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L'Italia, situata nell'Europa sud-occidentale, confina con diversi paesi, tra cui Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, Vaticano e San Marino. Le sue coste sono bagnate dai mari Adriatico, Ionio, Tirreno e Ligure. Il paese è caratterizzato da una morfologia montuosa e collinare, con le pianure che coprono solo una piccola percentuale del territorio. Le Alpi e gli Appennini sono i principali sistemi montuosi, con le Alpi che si estendono per oltre 750 km, con il Monte Bianco (4.810 m) come massima vetta e gli Appennini che tagliano longitudinalmente la penisola, per oltre 1.200 km, con il Gran Sasso d'Italia (2.912 m) come punto più elevato, continuando fino alla Sicilia. Tra di essi si trova la pianura Padana, che costituisce il 15% del territorio italiano. Le Alpi sono divise in occidentali, centrali e orientali, caratterizzate da rocce granitiche e calcaree, mentre gli Appennini sono principalmente composti da rocce marnose, arenacee e calcaree. La pianura Padana, delimitata ad ovest dai contrafforti alpini e ad est dalle coste del Mare Adriatico, è suddivisa in due subzone: l'Alta e la Bassa pianura. Queste sono separate dalla linea delle risorgive e sono formate da sedimenti portati dai fiumi alpini nel corso del Mesozoico. La catena appenninica si estende lungo la costa tirrenica, mentre gli Antiappennini si trovano nella regione tra la valle dell'Arno e i monti Lattari. Questa regione è caratterizzata da una serie di rilievi collinari e montuosi, con terreni diversi che vanno dalla ghiaia al vulcanico. In Sicilia, le montagne costiere settentrionali includono i Peloritani, i Nebrodi e le Madonie, mentre l'Etna (3.340 m) svetta come vulcano attivo più alto d'Europa, domina il paesaggio. Al centro-occidentale e sud-occidentale dell'isola si trovano i monti Iblei ed Erei, delimitando un altipiano arido. In Sardegna, due sistemi montuosi separati dal Campidano, una vasta pianura alluvionale, caratterizzano il paesaggio. Il primo, composto principalmente da rocce granitiche, occupa la parte settentrionale, centrale e sud-orientale dell'isola, con il massiccio del Gennargentu come punto più alto. Il secondo, nella parte sud-occidentale, è caratterizzato da basalti vulcanici e rocce calcaree.
Le coste italiane presentano una varietà sorprendente di paesaggi, ognuno con le proprie caratteristiche distintive, che riflettono le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Questa diversità è il risultato di molteplici fattori, tra cui l'azione erosiva del mare, i depositi fluviali e i movimenti della crosta terrestre.
Le coste liguri, che si estendono dal confine con la Francia fino al Golfo di La Spezia, sono caratterizzate da promontori a strapiombo sul mare e insenature profonde. Si ritiene che molte di queste insenature siano valli appenniniche sommerse, offrendo terreno fertile per la formazione di porti come quelli di Genova, La Spezia e Savona. Anche le coste della Calabria, da Punta Licosa fino a Capo Spulico, si ergono quasi verticalmente sul mare, interrotte solo da strette spiagge sabbiose. Queste spiagge sono formate dai detriti trasportati dai torrenti, come nel caso della Piana di Sibari, antico golfo riempito dai sedimenti dei fiumi Crati e Coscile.
Le coste abruzzesi e marchigiane si distinguono per la presenza di un altipiano che si affaccia sull'Adriatico, risultato di movimenti tellurici che lo hanno sollevato al di sopra del livello del mare. Questo altipiano è interrotto da promontori come Capo Conero, Punta Penna e il Promontorio di Ortona, con Capo Conero che si distingue per la sua ripidità.
Le coste della Toscana e del Lazio sono caratterizzate da basse spiagge sabbiose, spesso paludose, e dune che costeggiano la costa. Prive di insenature significative, queste coste sono scarsamente adatte alla formazione di porti, ad eccezione di Livorno. Le opere di bonifica condotte nel corso dei decenni hanno migliorato le condizioni delle zone paludose, come la Maremma Toscana e la Campagna Romana.
La laguna di Venezia è l'unico esempio rimasto delle numerose lagune che un tempo costeggiavano l'Italia settentrionale. Le Valli di Comacchio rappresentano un'altra importante area lagunare ancora esistente. Lungo le coste del Tavoliere delle Puglie, si trovano paesaggi piatti, sabbiosi e lagunosi, mentre il promontorio del Monte Gargano offre una deviazione dal paesaggio uniforme con le sue coste alte e dirupate.
Le coste siciliane variano notevolmente su ogni versante, con la costa tirrenica dominata da una catena montuosa che termina con promontori rocciosi. Le coste sarde presentano diverse insenature, con i golfi di Cagliari, Orosei, Oristano e dell'Asinara che offrono un paesaggio variegato. Alcune parti delle coste sardo-occidentali sono piatte e paludose, mentre altre sono caratterizzate da insenature rocciose.
L'idrografia italiana è influenzata dalla vicinanza delle creste montuose alle coste e dalla distribuzione irregolare delle precipitazioni. La maggior parte dei fiumi italiani è esoreica, tranne alcune eccezioni legate ai bacini carsici. Il fiume Po è il più lungo, con il bacino idrografico più esteso e la maggiore portata media. L'Adige, anch'esso significativo, un tempo sfociava nel Po ma ora ha un corso indipendente a causa dell'espansione di una penisola di confluenza.
Sul versante adriatico, al di sotto del Po, si susseguono numerosi piccoli corsi fluviali paralleli, che drenano le pendici orientali dell'Appennino. Questi fiumi sono influenzati dalle precipitazioni nevose e piovose, con periodi di magra più prolungati man mano che si procede verso sud. I fiumi della Basilicata presentano corsi tortuosi con foce argillosa e sabbiosa, mentre quelli della Calabria hanno letti ampi e divaganti.
Il Preappennino Tosco-Laziale-Campano contribuisce all'ampia rete idrografica del versante tirrenico. I fiumi principali come l'Arno, il Tevere, il Liri-Garigliano, il Volturno e il Sele attraversano estese pianure alluvionali popolate e coltivate. Anche qui, il regime dei fiumi è influenzato dalla piovosità, con maggiore portata invernale e minore estiva. I fiumi insulari come il Simeto e il Flumendosa mostrano un picco invernale e un minimo estivo ben definiti.
In Italia, i laghi di grandi dimensioni sono pochi, escludendo i numerosi laghi alpini. Tra i più importanti ci sono i laghi di Garda, Maggiore, Como e Iseo nella fascia subalpina. I laghi craterici come Bolsena e Bracciano nel Lazio offrono paesaggi pittoreschi, mentre il Trasimeno è un complesso lago di conca in pianura. I laghi costieri come quelli di Lesina, Varano, Fogliano e Sabaudia hanno origine da insenature marine racchiuse da cordoni sabbiosi. Negli ultimi anni, sono stati creati numerosi laghi artificiali per la produzione di energia elettrica e l'irrigazione. Questi laghi hanno un'importanza geografica particolare nelle regioni dove la presenza di laghi naturali è limitata, come Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Questi bacini artificiali contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e ambientale delle regioni in cui sono situati.
Escludendo le zone alpine, il clima dell'Italia può essere generalmente classificato come mediterraneo. La posizione centrale del paese nella fascia temperata, unita agli effetti mitigatori della massa marittima e alla barriera alpina, determina un clima moderato. Tuttavia, le variazioni latitudinali, la configurazione orografica e la distanza dal mare portano a notevoli differenze climatiche tra le diverse regioni.
La temperatura media annua varia significativamente da nord a sud, con valori medi che vanno dai 12-14 °C nel nord Italia ai 17-18 °C nel sud. Tuttavia, queste differenze non riflettono pienamente le variazioni stagionali. Mentre le regioni settentrionali vedono inverni più freddi e estati più miti, le regioni meridionali sperimentano inverni meno rigidi e estati più calde. Le temperature estreme, come i 43 °C registrati a Firenze nel luglio 1983 e i -23 °C nel gennaio 1985, sono possibili in circostanze eccezionali.
Le precipitazioni mostrano una notevole varietà, con una diminuzione complessiva dei volumi da nord a sud. Tuttavia, oltre alla latitudine, fattori come altitudine, disposizione del terreno, venti e distanza dal mare influenzano la distribuzione delle piogge. Alcune zone, come la Liguria e alcune parti dell'Appennino, ricevono più di 1000 mm di pioggia all'anno, mentre alcune aree meridionali, come la costa occidentale della Sicilia, ricevono poco più di 100 mm annui.
In base alle variazioni stagionali, l'Italia può essere suddivisa in sei subregioni climatiche. La zona alpina è caratterizzata da inverni rigidi e estati fresche con frequenti nevicate. La pianura Padana ha inverni freddi con nebbie persistenti e estati calde, con precipitazioni concentrate in primavera e autunno. Le zone costiere della Liguria e del Tirreno hanno inverni miti ed estati calde e secche. La zona adriatica è simile alla zona tirrenica, ma con precipitazioni meno abbondanti e inverni più freddi. Le regioni appenniniche ricevono forti precipitazioni, specialmente sul versante tirrenico. La Calabria e le isole italiane hanno un clima tipicamente mediterraneo, con estati calde e secche e inverni temperati con piogge sporadiche.
Le correnti d'aria che influenzano l'Italia provengono principalmente da occidente, come il Maestrale dalla valle del Rodano. In inverno e primavera, il vento caldo e secco del foehn soffia dalla regione alpina. Durante l'estate, lungo le coste e nelle valli interne, prevalgono venti locali e brezze che influenzano il clima regionale.
L'Italia vanta una ricca diversità vegetativa, influenzata dalla varietà morfologica e climatica del territorio, oltre che dalla sua posizione geografica di transizione tra l'Europa centrale e il bacino del Mediterraneo. La flora, estremamente ricca di specie, ha subito il doppio influsso delle calamità naturali e dell'azione umana, che talvolta ha creato e altre distrutto. Oggi, la vegetazione spontanea si trova principalmente in aree limitate del territorio, specialmente nelle Alpi e in alcune zone dell'Appennino, comprese nei parchi nazionali e riserve naturali.
Le quattro principali subregioni naturali - alpina, padana, appenninica e mediterranea - presentano caratteristiche vegetative uniche. Nell'ambiente alpino, la vegetazione varia notevolmente con l'altitudine, dalle brughiere delle pianure basse fino ai boschi di conifere e pascoli alpini più in alto. La zona padana, dominata dall'agricoltura, ospita ancora brughiere con la presenza di piante acquatiche lungo la costa adriatica e nei delta dei fiumi.
Nell'Appennino, la vegetazione riflette non solo l'altitudine, ma anche la latitudine. Mentre l'Appennino settentrionale è caratterizzato da boschi di castagni e ulivi nelle zone basse e da faggi e abeti più in alto, l'Appennino centrale e meridionale presenta una varietà di flora che include anche sughereti nelle zone basse e boschi di faggi, ontani e pini più in alto. La zona mediterranea, che abbraccia le coste liguri-tirreniche e ioniche e parte del litorale adriatico, è dominata dalla macchia mediterranea, arricchita da pini marittimi, querce a foglia caduca e agrumeti grazie all'intervento umano.
La fauna italiana, altrettanto diversificata, è minacciata dal degrado ambientale e dall'azione dell'uomo. Molte specie, specialmente le più caratteristiche, sono in via di estinzione e si trovano principalmente nelle aree protette. Tra i mammiferi, spiccano lo stambecco e il camoscio nelle Alpi, l'orso bruno e il lupo negli Appennini, il muflone in Sardegna, il cinghiale e la volpe in tutta Italia. Gli insettivori, come i ricci e i pipistrelli, sono diffusi su tutto il territorio, mentre rettili e anfibi, come le lucertole e i rospi, sono presenti in varie regioni. Nelle acque italiane, dai laghi ai mari, si trovano diverse specie di pesci, tra cui trote, lucci e sardine, oltre a mammiferi marini come delfini e balene. Tra gli uccelli, spiccano il gallo cedrone e la pernice nelle Alpi, mentre in tutta la penisola sono diffusi passeracei, rapaci diurni e notturni, e uccelli acquatici lungo i fiumi e i laghi. Gli uccelli marini, come gabbiani e fraticelli, sono numerosi lungo le coste.