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Roma, città eterna e incantevole, è un gioiello architettonico che abbraccia millenni di storia. Tra i suoi tesori più preziosi si annoverano i palazzi che adornano il suo paesaggio urbano, testimoniando le epoche passate e le influenze artistiche che hanno plasmato la città nel corso dei secoli. In questo viaggio attraverso i palazzi di Roma, esploreremo la magnificenza del Barocco, la raffinatezza del Rinascimento e la modernità del XX secolo.
La principale via che sale al Campidoglio è la monumentale gradinata (opera di Michelangelo) ornata alla base da due leoni. In alto, sulla balaustra, osserviamo le statue dei Dioscuri, gruppi marmorei di tarda età imperiale. Un'antica leggenda racconta che nel 496 a.C. questi due semidei (Castore e Polluce), figli di Giove, vennero in aiuto ai Romani durante una battaglia; poi corsero sui loro cavalli in città ad annunciare la vittoria e scomparvero in cielo.
Giunti sulla piazza, abbiamo di fronte il Palazzo Senatorio (Municipio') fu costruito sulle antiche rovine del Tabulario, nel secolo XIII. L'attuale facciata è opera di Girolamo Rainaldi su disegno di Giacomo Della Porta. Alla base della bella scalinata una statua dì Minerva seduta, trasformata in Dea Roma; a sinistra, il Palazzo Nuovo che ospita il Museo Capitolino, la più antica raccolta pubblica del mondo, con mirabili sculture dell'età classica; a destra il Palazzo dei Conservatori con splendide sale rinascimentali. Al centro della piazza si trova un importante gruppo bronzeo, la statua equestre di Marco Aurelio. È l'unico esemplare di statua equestre imperiale salvatosi dalle distruzioni medioevali: tanta fortuna è dovuta al fatto che fu ritenuta in quei tempi un'immagine di Costammo, il beneamato imperatore che dette la libertà ai cristiani. L'attuale sistemazione della piazza è opera rinascimentale (Michelangelo 1536). In antico, sulla destra, all'incirca dove ora c'è il Palazzo dei Conservatori, si ergeva il Tempio di Giove, sulla sinistra, ove sorge la basilica di Santa Maria in Aracoeli c'era il Tempio di Giunone. Di fronte non v'erano costruzioni e la vista spaziava sul cuore della città (Foro). La piazza era dunque rivolta dalla parte opposta all'attuale; anche le facciate dei due templi guardavano da quella parte.
È il quartiere moderno più bello di Roma. Concepito fra ampi spazi ricchi di verde, come una città a sé, con un'urbanistica ben controllata, ha caratteristiche riposanti e mostra geniali soluzioni architettoniche in cui sono impiegati i materiali come il cemento armato, il vetro e l'acciaio. Il nome EUR significa « Esposizione Universale di Roma », una manifestazione che avrebbe dovuto tenersi nel 1942 e per la quale furono iniziati monumentali edifici, la cui costruzione fu interrotta dalla guerra. Ripresi e ultimati i lavori a partire dal 1952, oggi è diventato un grande centro direzionale (ministeri, uffici pubblici e di vari enti, e anche musei e palazzi di rappresentanza) e residenziale.
I due edifici più caratteristici sono: a destra, il Palazzo della Civiltà del Lavoro, di cui il nome popolare « Colosseo quadrato » descrive la struttura, con sei ordini di arcate e nove archi per ciascun lato della pianta quadrata; a sinistra il Palazzo dei Ricevimenti e Congressi dell'architetto Adalberto Libera: dopo il bel porticato a colonne, la struttura centrale è un cubo di 40 metri di lato coperto da una unica volta la quale poggia solamente sui quattro spigoli; lo spazio interno sotto la volta è un unico salone (« dei Ricevimenti ») di ampiezza superiore a quella del Pantheon. Si trovano successivamente: la stele marmorea dedicata a Marconi, alta 45 m (opera di Arturo Dazzi); grattacieli di vetro; un lago artificiale con tre bacini, lungo 1 km e circondato da piante di ciliegi e da verdi giardini; e infine il rotondo Palazzo dello Sport, grandiosa opera di Marcello Piacentini e Pier Luigi Nervi, il mago del cemento armato, con una cupola di 100 m di diametro e una struttura spettacolare. Sulla destra dei laghi si trova la Piscina delle Rose.
Quest'altro nobile esempio di palazzo rinascimentale fu eretto da Baldassarre Peruzzi intorno al 1535. Dall'esterno osserviamo il caratteristico colonnato convesso e la decorazione del portico. All'interno ammiriamo il piccolo cortile che ha sul lato d'ingresso un portico, sormontato da una loggia: il tutto, di schietto stile rinascimentale, è decorato da finissimi stucchi, bassorilievi, soffitti a cassettoni.
Palazzo Barberini circondato da un giardino. Il Bernini ne realizzò la facciata con colonne doriche al pianterreno, con grandi archi a formare un grandioso porticato, colonne ioniche al primo piano ai lati di grandi finestroni, e lesene corinzie al secondo piano. Il Palazzo è sede della Galleria Nazionale d'Arte Antica.
Fu dapprima la residenza estiva dei Papi, poi palazzo reale, e oggi è la residenza del Presidente della Repubblica Italiana. Vi hanno posto mano, a partire dal 1574, numerosi artisti; il portale del Maderno ha due colonne maestose che reggono un timpano ricchissimo con due statue, S. Pietro e S. Paolo; la torretta del'Orologio è del Mascherino. A destra di chi guarda il Quirinale è un altro palazzo significativo, quello della Consulta, con una pomposa facciata che può considerarsi il capolavoro dell'architetto settecentesco Ferdinando Fuga.
Per cinque secoli, fino al 1935, fu sede dell'Università di Roma. Attualmente è sede dell'Archivio di Stato. Il Palazzo quale noi lo vediamo fu eretto da Giacomo della Porta per incarico del grande Papa urbanista Sisto V; il bel portale è del 1587. Dietro l'aspetto severo e imponente della facciata nasconde un piccolo miracolo di architettura, celebre in tutto il mondo: uno splendido cortile che ha un portico ad arcate, su tre lati, e sul quarto la facciata concava di una chiesa costruita dal Borromini a metà del Seicento, S. Ivo alla Sapienza. L'ammirazione di tutti va alla cupola, originalissima per il suo disegno e per il lanternino a spirale che la sovrasta come s'avvitasse nel cielo; vediamola anche dall'interno, prodigio di leggerezza nella chiesa tutta a tinte chiare e piena di slancio, che quasi annuncia lo stile rococò. La singolare pianta della chiesa, a forma d'ape, allude allo stemma di Papa Urbano VIII.
Con quest'opera, eretta durante la prima metà del '500 dal Sangallo e completata da Michelangelo, l'architettura romana del pieno Rinascimento ci lascia il suo capolavoro. Ci troviamo di fronte a uno dei più bei palazzi del mondo. All'esterno osserviamo la maestosa facciata coronata dal bellissimo cornicione michelangiolesco; varcato il portale, ammiriamo l'atrio solenne, a tre navate, e il superbo cortile, ambedue opera del Sangallo (solo il terzo ordine del cortile è di Michelangelo), capolavori di misura e proporzione. Attualmente Palazzo Farnese è sede dell'ambasciata di Francia, che la domenica consente la visita della sontuosa galleria affrescata dai Carracci e dal Domenichino.
Oggi accoglie la Camera dei Deputati. Fu iniziato nel 1650 dal Bernini, come palazzo patrizio, e completato poi da Carlo Fontana alla fine dello stesso secolo. Notiamo come l'architetto abbia raggiunto un effetto di grandiosità nella facciata con la parte centrale che sporge in avanti e due ali che sfuggono all'indietro salvo a tornare lievemente in avanti alle estremità; le linee del Barocco sono estremamente sobrie, quattro colonne doriche inquadrano il portale maggiore e le due porte laterali, sorreggendo un'ariosa balconata. Il Palazzo seicentesco fu raddoppiato all'inizio del nostro secolo con la parte posteriore in stile Liberty.
Palazzo Venezia fu iniziato nel 1455 e rappresenta con le sue forme robuste e al tempo stesso signorili la fase di passaggio dal tozzo castello medioevale all'elegante palazzo rinascimentale. Costruito come residenza papale, divenne in seguito sede degli ambasciatori veneziani in Roma, da cui il nome attuale. Durante il periodo fascista Mussolini ne fece la propria sede di rappresentanza ed è dal balcone sovrastante l'ingresso che egli pronunciò alcuni celebri discorsi. All'interno si trova attualmente un'interessante raccolta di oggetti d'arte medioevale e rinascimentale.
Questo parco pubblico è opera del Valadier, che ai primi dell' 800 lo tracciò sull'impronta delle ville tradizionali dei secoli precedenti. Anche se vi hanno preso dimora il burattinaio e i venditori di palloncini, conserva un'impronta aristocratica, accentuata dall'esistenza di un ristorante di élite nella Casina Valadier, costruzione neoclassica molto graziosa con loggiati e terrazze sul punto più alto del colle. Notiamo l'andamento geometrico dei viali, ornati da busti di patrioti e uomini illustri italiani, qui posti per suggerimento di Giuseppe Mazzini. Fra le curiosità sono un orologio ad acqua, dal meccanismo semplice e preciso, sul viale dell'Orologio, e il punto ove passa il meridiano di Roma, indicato da un forellino alla base del busto dedicato all'astronomo Padre Angelo Secchi.
Un sistema pittoresco di rampe, sistemate dal Valadier, collega il Pincio a piazza del Popolo; queste sono ornate da colonne, da statue del Laboureur (1833) e da una grandiosa spettacolare fontana.
Tra il Pincio e Trinità dei Monti, collegati da un viale, si trova il monumento a Enrico Toti, opera di Arturo Dazzi.
In questo tratto vi sono vari punti di osservazione, ma il più celebre e frequentato è certo la grande terrazza che guarda su piazza del Popolo e sulla prospettiva perfettamente rettilinea di via Cola di Rienzo chiusa nello sfondo dalla Città del Vaticano.
Dinanzi alla fontana della Barcaccia s'apre, grandiosa, la scalinata della Trinità dei Monti. È una delle vedute più tipiche di Roma. La sua suggestione deriva da vari fattori: la scalea si allarga improvvisa dalla città barocca con le sue strette vie, come un grande spazio aperto verso il verde delle ville sovrastanti; il travertino che la costituisce sembra vivo, sembra muoversi e ondeggiare tante sono le rampe, le branche di scalini che si dividono e si riuniscono in una serie di movimenti e di linee rette, curve, convesse e concave: la scenografia è arricchita dall'andirivieni delle persone, dai personaggi caratteristici che vi sostano di frequente, dai banchi dei fiorai e dalla incantevole mostra delle azalee (aprile-maggio). Fu costruita da Francesco de Sanctis nel 1723-26. I gradini sono 137.
Più spettacolare che bella, questa grandiosa mole si addossa al colle capitolino con una profusione di marmo candido, che in realtà stona un po' in una città abituata al colore quasi dorato del travertino. È opera di Giuseppe Sacconi e fu inaugurata nel 1911. Una grande scalinata sale a un ripiano su cui si trova l'Altare della Patria con la Tomba del Milite Ignoto, sempre vigilato da una guardia armata; poi la scalea si divide in due rampe che salendo raggiungono e abbracciano la colossale statua in bronzo dorato del re Vittorio Emanuele II, a cavallo, opera di Enrico Chiaradia: in alto vi sono otto are e un masso del monte Grappa; poi, altissimo, un portico curvilineo con sedici colonne alte 15 m ciascuna, una ricca trabeazione, e le statue delle Regioni italiane (ogni statua è alta 5 ni). In cima, sui propilei laterali, visibili da gran parte di Roma, sono due grandissime quadrighe di bronzo con vittorie alate.