Loading...
Elegante e raffinata, Torino sorprende con i suoi palazzi reali, i viali alberati e l’atmosfera regale del Piemonte. Dalla Mole Antonelliana ai musei di fama mondiale, passando per il Parco del Valentino, la Basilica di Superga e le chiese barocche del centro, ogni angolo racconta una storia di arte, fede e innovazione. Una città da vivere in ogni stagione, tra cultura, panorami e sapori autentici.
Questa guida raccoglie in modo ordinato 25 luoghi imperdibili di Torino, con ancore numeriche per muoverti rapidamente tra parchi, palazzi reali, chiese barocche e musei. Si parte dal Parco del Valentino (1), il polmone verde lungo il Po con il Borgo Medievale e il Castello UNESCO, e si entra nel cuore dinastico con Palazzo Reale (2), gli ambienti cerimoniali, l’Armeria Reale (23) e la Galleria della Sindone. L’asse del Risorgimento è raccontato da Palazzo Carignano (3) e dal Museo del Risorgimento (25), mentre la storia urbana millenaria emerge a Palazzo Madama (4) e al Mastio della Cittadella (6).
Il profilo simbolo della città è la Mole Antonelliana (7) con il Museo Nazionale del Cinema, da affiancare alle grandi collezioni d’arte: Museo Egizio (21), Galleria Sabauda (20), Museo Civico d’Arte Antica (18) e GAM (19). Il patrimonio sacro spazia dal Duomo (8) con la Cappella della Sindone (Guarini), alla San Lorenzo (9) con la cupola intrecciata, passando per San Filippo Neri (10), Santissima Trinità (11), Santi Martiri (12) e la gotica San Domenico (13), fino ai grandi santuari cittadini: Consolata (15) e Maria Ausiliatrice (16).
Per i panorami, punta alla Basilica di Superga (17). Gli amanti della montagna trovano al Museo Nazionale della Montagna (24) cimeli e vedute mozzafiato dal Monte dei Cappuccini. Ogni voce è collegata con un’ancora numerica: clicca sulla voce nel menu per saltare direttamente alla sezione corrispondente della pagina, con uno scroll preciso che non si ferma in punti sbagliati.
Il Parco del Valentino rappresenta il polmone verde più celebre di Torino, un luogo in cui natura, arte e storia si intrecciano in perfetta armonia. Situato lungo la riva sinistra del fiume Po, si estende per oltre 550.000 metri quadrati offrendo scorci romantici, ampi viali alberati e una straordinaria varietà botanica. È uno dei parchi più antichi d’Italia, dichiarato giardino pubblico nel 1856, e fin dall’Ottocento è stato il punto d’incontro prediletto per torinesi e viaggiatori.
Tra i luoghi più iconici del parco spicca il Borgo Medievale, una suggestiva ricostruzione realizzata per l’Esposizione Generale Italiana del 1884, progettata come una vera e propria città fortificata del XV secolo. Passeggiando tra le torri merlate, i portali gotici e i cortili lastricati, si ha la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo, in un’autentica rievocazione della vita medievale piemontese. Il Castello del Valentino, che domina il parco, è invece un raffinato esempio di architettura barocca francese, oggi sede della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino e patrimonio UNESCO.
Oltre al fascino storico, il Parco del Valentino è un luogo ideale per una passeggiata panoramica lungo il Po, una corsa mattutina o un picnic all’ombra dei platani. In primavera, i giardini fioriti e le aiuole colorate regalano un colpo d’occhio straordinario, mentre d’estate l’atmosfera vivace si anima grazie a eventi, spettacoli e mercatini che animano i viali. È, senza dubbio, uno dei luoghi simbolo della vivibilità torinese, un rifugio naturale nel cuore urbano della città.
Nel cuore del centro storico, affacciato su Piazza Castello, sorge il maestoso Palazzo Reale di Torino, residenza ufficiale dei Savoia per oltre due secoli. Commissionato nel 1646 da Cristina di Francia, il palazzo fu edificato sui resti dell’antico Palazzo Vescovile con un progetto di Amedeo di Castellamonte. La sua facciata semplice ed elegante cela interni di una ricchezza straordinaria, testimonianza dell’antico splendore della corte sabauda.
All’interno, il visitatore è accolto da un susseguirsi di sale sontuose impreziosite da stucchi dorati, affreschi barocchi e arredi originali del Seicento e Settecento. Tra gli ambienti più spettacolari spiccano il Salone da Ballo, capolavoro in stile Impero con decorazioni di Paolo Albera, e la Galleria della Sindone, un’ardita creazione barocca di Guarino Guarini, destinata a custodire il celebre lino sacro. Di grande rilievo anche la Biblioteca Reale, che conserva oltre 150.000 volumi, incunaboli rari e preziosi disegni, tra cui un autoritratto di Leonardo da Vinci.
Annessa al complesso è la Armeria Reale, una delle più importanti d’Europa, con un’imponente collezione di armi, armature e trofei appartenuti ai Savoia e a illustri condottieri. Il palazzo fa parte del circuito delle Residenze Reali Sabaude, dichiarate Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e rappresenta una tappa imprescindibile per chi desidera comprendere l’eleganza e la potenza della monarchia piemontese.
Visitare il Palazzo Reale significa immergersi in un mondo di lusso, storia e arte, dove ogni dettaglio — dagli specchi veneziani alle porcellane orientali — racconta la grandezza di una dinastia che ha segnato la storia d’Italia.
Palazzo Carignano, uno degli edifici più iconici di Torino, si affaccia su Piazza Carignano con la sua elegante facciata in mattoni rossi progettata da Guarino Guarini nel 1679. Questo capolavoro barocco è ricco di storia: fu dimora dei principi di Carignano, luogo di nascita di Vittorio Emanuele II nel 1820, e scenario di momenti chiave per l’Italia. Dal balcone del palazzo, Carlo Alberto annunciò la Costituzione il 13 marzo 1821. Nel 1848, il Parlamento Subalpino tenne qui la sua prima seduta, segnando un passo cruciale verso l’unità d’Italia.
Il cortile del palazzo ospitò inoltre l’inaugurazione del primo Parlamento del Regno d’Italia il 18 febbraio 1861, evento storico di straordinaria importanza, durante il quale Roma fu acclamata come futura capitale. Oggi, Palazzo Carignano accoglie il Museo Nazionale del Risorgimento, un luogo imperdibile per immergersi nella storia italiana attraverso documenti, oggetti e ambientazioni d’epoca.
Palazzo Madama è un autentico palinsesto di pietra che racconta oltre duemila anni di storia torinese. Sorge nel cuore di Piazza Castello, là dove in epoca romana si apriva la Porta Decumana della colonia di Augusta Taurinorum. Nei secoli, le sue strutture si sono trasformate da fortificazione medievale a residenza aristocratica, fino a divenire, nel XVIII secolo, uno dei capolavori assoluti del barocco europeo.
L’edificio unisce in modo unico epoche e stili: la parte posteriore conserva le torri del castello medievale, mentre la facciata principale, progettata da Filippo Juvarra tra il 1718 e il 1721, rappresenta una delle massime espressioni del gusto architettonico sabaudo. Con il suo ritmo di colonne corinzie, le grandi vetrate e la scenografica scala d’onore, Palazzo Madama si impone come simbolo della Torino settecentesca, elegante e colta.
Le fondamenta del palazzo coincidono con la Porta Decumana, accesso occidentale alla città romana. Nel Medioevo l’antico nucleo difensivo fu trasformato in una fortezza signorile appartenente alla famiglia Acaja, ramo cadetto dei Savoia. Di questa fase restano le torri merlate e alcune sale gotiche, oggi perfettamente integrate nell’insieme barocco.
Durante il Quattrocento e il Cinquecento, il castello fu oggetto di ampliamenti e decorazioni, diventando residenza delle “Madame Reali”: Maria Cristina di Francia e Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Da loro deriva il nome attuale del palazzo, che divenne centro della vita di corte e luogo di raffinata cultura.
Con l’intervento di Filippo Juvarra, architetto di corte di Vittorio Amedeo II, il palazzo assunse l’aspetto monumentale che oggi ammiriamo. La nuova facciata occidentale, interamente in pietra bianca, rappresenta un capolavoro di equilibrio e teatralità. L’ampio scalone d’onore, illuminato da un lucernario, conduce alle sale nobili del piano superiore, dove si alternano decorazioni, stucchi e affreschi di straordinaria eleganza.
Juvarra concepì Palazzo Madama come un teatro della storia: un edificio capace di unire l’antico e il moderno, la memoria romana e l’innovazione settecentesca. Ancora oggi, questa fusione di linguaggi architettonici affascina studiosi e visitatori da tutto il mondo.
Dopo l’età barocca, Palazzo Madama continuò a essere protagonista della storia piemontese. Nel 1848 vi si insediò il Senato Subalpino, che accolse le prime discussioni parlamentari del Regno di Sardegna e, successivamente, del Regno d’Italia. Le sale juvarriane furono adattate alle nuove funzioni politiche, ma conservarono intatto il loro splendore.
Dal 1934 il palazzo ospita il Museo Civico d’Arte Antica, una delle più prestigiose istituzioni museali italiane. Le sue collezioni comprendono oltre 60.000 opere – sculture, dipinti, ceramiche, oreficerie, miniature, mobili e tessuti – che coprono un arco cronologico dal Medioevo al Rococò. Particolarmente suggestive sono la Galleria delle Sculture Gotiche, la Camera Dorata e la Sala del Senato, visitabili nel percorso museale.
All’esterno, il palazzo è circondato da tre monumenti che celebrano la storia militare e civile della città: quello all’Esercito Sardo, il monumento al Cavaliere d’Italia e la statua di Emanuele Filiberto Duca d’Aosta.
A pochi passi, il Palazzo dell’Accademia delle Scienze si distingue per la sua sobria facciata in mattoni, anch’essa opera di Guarini nel 1678. L’aspetto attuale, arricchito dal portale neoclassico con colonne e dal lungo balcone aggiunti da Giuseppe Talucchi nell’Ottocento, esprime un’eleganza severa e austera. Questo edificio storico ospita oggi il celebre Museo Egizio, il secondo più importante al mondo dopo quello del Cairo, con una collezione che narra millenni di civiltà.
Nel palazzo trovano spazio anche il Museo di Antichità, dedicato alle civiltà antiche, e la Galleria Sabauda, che custodisce preziose opere d’arte. È un luogo dove cultura, storia e bellezza si incontrano, offrendo un’esperienza unica per gli amanti dell’arte e della conoscenza.
Il Mastio della Cittadella è tutto ciò che resta della cittadella militare voluta da Emanuele Filiberto di Savoia e costruita tra il 1564 e il 1568 dagli architetti Francesco Paciotto e Francesco Orologi. Questa imponente fortificazione era un capolavoro dell’ingegneria militare del XVI secolo e fu teatro di episodi storici di straordinaria importanza.
Il Mastio divenne celebre durante l’assedio del 1706, quando i francesi tentarono di penetrare in città attraverso una rete di gallerie sotterranee. In questa drammatica occasione, l’eroico Pietro Micca sacrificò la propria vita: nella notte tra il 29 e il 30 agosto fece crollare una galleria per fermare l’avanzata nemica, seppellendo sé stesso e i francesi sotto le macerie. Questo gesto epico ha reso Pietro Micca un simbolo del coraggio torinese.
Oggi il Mastio della Cittadella è un punto di riferimento storico e ospita il Museo Pietro Micca, che permette di immergersi nelle vicende dell’assedio e di esplorare parte delle gallerie sotterranee.
La Mole Antonelliana è senza dubbio il monumento più iconico di Torino, un punto di riferimento visibile da ogni angolo della città grazie alla sua imponente altezza di 167,5 metri. La sua silhouette elegante, con la guglia che sembra toccare il cielo, domina il panorama urbano e rappresenta da oltre un secolo il simbolo più riconoscibile del capoluogo piemontese.
Il progetto nacque nel 1863 su iniziativa della comunità ebraica torinese, che affidò all’architetto Alessandro Antonelli l’incarico di realizzare un tempio monumentale. L’ambizione di Antonelli superò però di gran lunga le aspettative originarie: la struttura crebbe in altezza e complessità fino a diventare un capolavoro architettonico unico nel suo genere. I lavori si protrassero per decenni, tra sfide tecniche e difficoltà economiche, e solo nel 1897 l’edificio venne completato, trasformandosi da luogo di culto a edificio polifunzionale e simbolo cittadino.
La Mole Antonelliana si distingue per la sua struttura audace, interamente in muratura e priva di armature metalliche, un’impresa straordinaria per l’epoca. La sua cupola piramidale culmina in una guglia slanciata, composta da diversi corpi sovrapposti che creano un effetto visivo di leggerezza e verticalità. Antonelli concepì l’edificio come una sfida alle leggi della statica, tanto che nel corso dei lavori venne più volte ritenuto instabile. Eppure, grazie a interventi ingegnosi e continui perfezionamenti, la Mole ha resistito a terremoti, intemperie e persino ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
All’interno, la vastità dello spazio centrale lascia senza parole: un vuoto architettonico spettacolare che si innalza per oltre cinquanta metri, attraversato dal moderno ascensore panoramico in cristallo. La struttura, interamente visibile dal basso, è un inno all’ingegno umano e al gusto per il monumentale tipico del XIX secolo.
Fino agli anni Cinquanta la Mole non disponeva di un ascensore, e l’accesso alla balconata panoramica era riservato solo ai più coraggiosi, disposti a salire centinaia di gradini. Dopo il danno causato da un uragano nel 1953, che abbatté parte della guglia, fu installato un innovativo ascensore interno in occasione dei restauri del 1961. Oggi, in meno di un minuto, il moderno ascensore in vetro conduce i visitatori a 92,59 metri di altezza, dove si apre una delle vedute più spettacolari d’Italia: da un lato il profilo elegante della città e, sullo sfondo, la maestosa catena delle Alpi innevate. In giornate limpide, lo sguardo spazia fino al Monviso e alla Val di Susa, regalando emozioni difficilmente descrivibili.
Oggi la Mole Antonelliana è sede del Museo Nazionale del Cinema, uno dei più prestigiosi d’Europa e tra i più innovativi al mondo. Fondato nel 2000, il museo offre un percorso espositivo immersivo che racconta la storia e il linguaggio del cinema attraverso oggetti, manifesti, costumi, macchine ottiche e scenografie. L’allestimento sfrutta in modo spettacolare l’intera altezza interna dell’edificio: dalle pareti si proiettano film storici e immagini, mentre al centro si estende una zona relax con poltrone inclinate, dove è possibile ammirare le proiezioni guardando verso la cupola.
Il museo ospita anche mostre temporanee dedicate a grandi maestri del cinema e un’importante collezione permanente con oltre 1,8 milioni di opere, tra pellicole, fotografie e documenti. L’esperienza si conclude con la salita all’ascensore panoramico, che unisce cultura e vertigine in un viaggio tra passato, arte e modernità. Visitare la Mole Antonelliana significa entrare nel cuore pulsante dell’identità torinese: un monumento che racconta la storia di una città capace di reinventarsi, unendo tradizione e innovazione.
Nel cuore storico di Torino sorgono due autentici capolavori dell’arte sacra piemontese: il Duomo di San Giovanni Battista, custode della Santa Sindone e unica testimonianza pienamente rinascimentale della città, e la Chiesa di San Lorenzo, vertice del barocco europeo firmato da Guarino Guarini. Due edifici diversi per stile e ispirazione, ma uniti dalla medesima vocazione spirituale e dalla loro centralità nella storia religiosa e artistica del capoluogo sabaudo.
Costruito tra il 1491 e il 1498 su progetto di Meo del Caprino, per volere del cardinale Domenico Della Rovere, il Duomo di Torino segna l’ingresso del linguaggio rinascimentale in una città ancora gotica. La facciata in marmo bianco e la pianta basilicale sobria ed elegante trasmettono una profonda armonia, preludio all’intimità dello spazio interno.
All’interno si conservano opere di grande valore, tra cui il polittico di Defendente Ferrari, esempio dell’equilibrio tra tradizione e innovazione tipico della pittura piemontese del Cinquecento. La Cappella del Crocifisso custodisce sculture delicate e scene di intensa devozione, mentre nella sagrestia è visibile il Battesimo di Gesù (1510), in passato attribuito a Spanzotti e oggi riconosciuto come opera dello stesso Ferrari.
Dal Duomo si accede alla celebre Cappella della Santa Sindone, straordinaria creazione barocca di Guarino Guarini. L’edificio, ricostruito dopo l’incendio del 1997, ospita la Santa Sindone, una delle reliquie più venerate al mondo. L’architettura, con la sua complessa trama di archi intrecciati e luci radenti, esprime un profondo simbolismo ascensionale. Un piccolo museo annesso illustra storia, ricerche e culto legati al Sacro Lino.
Il Duomo è impreziosito da tre portali finemente scolpiti da maestranze toscane e da battenti lignei intagliati da Carlo Maria Ugliengo. Il campanile, alto oltre 59 metri, mescola armoniosamente elementi del XV e XVIII secolo e completa l’equilibrio del complesso, punto focale della piazza dedicata a San Giovanni Battista, patrono della città.
Pochi passi separano il Duomo dalla Chiesa di San Lorenzo, costruita tra il 1634 e il 1687 e affidata all’ingegno visionario di Guarino Guarini. L’edificio, esternamente discreto, sorprende chi vi entra per la sua cupola spettacolare, vera invenzione matematica e teatrale che rivoluziona la concezione dello spazio sacro barocco.
La cupola è costituita da un intricato sistema di archi e costoloni intrecciati che si impostano su quattro archi nascosti, creando l’illusione che l’intera struttura si sostenga in aria. La luce penetra da aperture multiple, filtrando lungo le superfici dorate e trasformando l’ambiente in una sorta di visione mistica. Questo geniale equilibrio tra geometria e spiritualità fa della Chiesa di San Lorenzo uno dei punti più alti del barocco europeo.
L’interno è una sinfonia di marmi policromi, stucchi dorati e motivi geometrici che dialogano tra loro. L’altare maggiore custodisce un pregevole paliotto raffigurante il voto di Emanuele Filiberto durante la battaglia di San Quintino, opera di Antonio Tantardini. Tutto l’insieme riflette la grandezza della fede sabauda e il legame tra architettura, luce e religione.
San Lorenzo è oggi un luogo di silenzio e meditazione, ma anche una tappa obbligata per chi desidera comprendere il genio creativo di Guarini e l’anima barocca di Torino. Le sue geometrie e i giochi di luce cambiano con le ore del giorno, offrendo ogni volta prospettive nuove e sorprendenti.
La Chiesa di San Filippo Neri è la più grande chiesa di Torino ed è un esempio maestoso dell’architettura barocca. Iniziata nel 1675, la chiesa fu completata solo nel 1772 grazie al contributo dell’architetto Filippo Juvarra, uno dei più celebri esponenti del barocco piemontese.
Dopo aver oltrepassato il pronao in stile classico, aggiunto nel 1835, ci si trova di fronte a una navata unica di straordinaria imponenza. L’interno è decorato con marmi pregiati e opere d’arte.
L’elemento centrale è il magnifico altare maggiore, disegnato da Carlo Giulio Bertola nel 1703, con sei colonne tortili che catturano immediatamente lo sguardo. La chiesa ospita inoltre numerosi dipinti e decorazioni di grande valore storico-artistico, anche nella sagrestia, che merita una visita.
Costruita tra il 1590 e il 1606 su progetto di Ascanio Vittozzi, la Chiesa della Santissima Trinità è un altro capolavoro del barocco torinese. La facciata attuale risale al 1830, ma l’interno conserva tutta l’eleganza originaria. L’interno circolare è rivestito con un magnifico manto marmoreo ideato da Filippo Juvarra. La luce naturale, filtrata attraverso le finestre, esalta i dettagli delle decorazioni marmoree. Juvarra progettò anche uno degli altari della chiesa e arricchì un altro con dettagli decorativi. La sagrestia, risalente alla seconda metà del Settecento, è un esempio emblematico del barocco piemontese, con dettagli raffinati e uno stile inconfondibile.
Dedicata a San Solutore, San Avventore e San Ottavio, patroni di Torino, la Chiesa dei Santi Martiri è un’opera maestosa iniziata da Pellegrino Tibaldi nel 1577. La chiesa è un tripudio di ricchezza e raffinatezza, con decorazioni in marmi, stucchi e bronzi. L’altare maggiore, progettato da Filippo Juvarra nel 1730, è un altro esempio della genialità dell’architetto, con un design che unisce spiritualità e grandiosità.
Accanto alla Chiesa dei Santi Martiri si trova la Cappella della Pia Congregazione dei Banchieri e Mercanti, un luogo unico per la sua bellezza e raffinatezza. La volta è decorata dagli splendidi affreschi di Stefano Maria Legnani, realizzati nel 1697, che raffigurano la Gloria del Paradiso, i Profeti e le Sibille. All’interno della cappella si possono ammirare opere pittoriche e intagli finissimi. Tra i più notevoli ci sono i candelabri lignei e i reliquiari, capolavori di G. M. Bonzanigo, che dimostrano la maestria dell’arte barocca torinese.
La Chiesa di San Domenico, costruita a partire dal 1331, è l’unico esempio autentico di architettura gotica in Torino. La sua facciata in cotto, semplice e armoniosa, spicca nel panorama architettonico della città, aggiungendo un tocco di eleganza medievale.
L’interno della chiesa è un viaggio nel tempo. In fondo alla navata sinistra, si possono ammirare rarissimi affreschi trecenteschi, una vera rarità per il Piemonte. Nella Cappella del Rosario, situata in fondo alla navata destra, sono custodite opere di grande valore:
La Chiesa del Corpus Domini sorge nella storica Piazza del Grano ed è legata a un evento miracoloso avvenuto il 6 giugno 1453. Secondo la tradizione, un ostensorio rubato volteggiò nell’aria, emanando una luce divina, dopo che il mulo che trasportava la refurtiva cadde a terra. Questo evento straordinario ispirò la costruzione della chiesa, completata nel 1671 su progetto di Ascanio Vittozzi.
L’interno della chiesa è sontuoso, caratterizzato da un’abbondanza di marmi e decorazioni. Tra gli elementi principali spiccano:
Un dettaglio significativo è la statua del Cottolengo in preghiera, che aggiunge un ulteriore elemento di spiritualità a questo luogo già intriso di sacralità.
Il Santuario di Maria Consolatrice, noto come La Consolata, è uno dei luoghi di culto più amati dai torinesi. Questo complesso architettonico è il risultato di secoli di ampliamenti e trasformazioni, che lo hanno reso una fusione unica di storia e stili.
Secondo la tradizione, il santuario ha origini antichissime, risalenti al IV secolo. La chiesa di Sant’Andrea, che si trova nella parte anteriore, fu fondata nell’XI secolo e successivamente trasformata e unita al santuario progettato da Guarino Guarini tra il 1679 e il 1703.
L’interno del santuario, ristrutturato nel 1904, è un capolavoro del barocco piemontese, ricco di decorazioni, stucchi e marmi preziosi.
La Chiesa-Santuario di Maria Santissima Ausiliatrice è un luogo di culto che unisce spiritualità, devozione e il ricordo del lavoro instancabile di San Giovanni Bosco, il fondatore delle Opere Salesiane. Costruita tra il 1865 e il 1868 per volere di Don Bosco, la chiesa presenta una facciata neoclassica sobria ed elegante. L’edificio è stato ampliato e ornato tra il 1929 e il 1938, rendendolo uno dei centri principali della spiritualità salesiana.
All’interno del santuario si trovano le tombe di figure chiave del mondo salesiano:
Il santuario sorge nel luogo dove Don Bosco aprì il primo oratorio salesiano l’8 dicembre 1841, accanto a una cappella dedicata a San Francesco di Sales. Oggi, tutto il quartiere è un centro educativo e religioso, con scuole e istituti salesiani che continuano la missione del fondatore. Davanti alla chiesa si erge un imponente monumento dedicato a Don Bosco, realizzato nel 1920 da Gaetano Cellini. L’opera celebra la vita e l’eredità di questo grande uomo di fede e educatore.
La Basilica di Superga sorge in posizione spettacolare, sulla collina omonima che domina Torino e la pianura circostante. È una delle opere più maestose del barocco piemontese e uno dei massimi capolavori di Filippo Juvarra, architetto di corte dei Savoia. Costruita tra il 1717 e il 1731, rappresenta non solo un luogo di culto, ma anche un monumento alla memoria, alla vittoria e alla spiritualità torinese.
La Basilica nacque come ringraziamento per la vittoria del 7 settembre 1706, quando le truppe austro-sabaude liberarono Torino dall’assedio francese durante la guerra di successione spagnola. Secondo la tradizione, il duca Vittorio Amedeo II di Savoia salì sulla collina e promise di edificare un santuario in onore della Vergine Maria se la città fosse stata salva. Dopo la vittoria, il voto fu mantenuto: nacque così il progetto della “Sancta Maria sub Pergolam”, che custodisce ancora oggi la statua lignea della Madonna venerata dal Duca prima della battaglia.
Il risultato fu un capolavoro architettonico in perfetto equilibrio tra solennità e armonia: la cupola centrale domina la struttura, affiancata da due campanili gemelli, mentre la grande scalinata d’accesso accentua il senso di monumentalità e la connessione ideale tra cielo e terra.
All’interno della Basilica si trova la suggestiva Cripta Reale, uno dei siti più significativi della memoria dinastica dei Savoia. Qui riposano re, regine, principi e principesse della Casa Reale, tra cui Vittorio Amedeo II, Carlo Emanuele III e Carlo Alberto. Le eleganti urne in marmo e bronzo, disposte in nicchie ornate da decorazioni barocche, creano un’atmosfera di silenzio e rispetto che commuove ogni visitatore. La cripta è visitabile con tour guidati che ne illustrano le vicende storiche e le simbologie artistiche.
Il 5 maggio 1949, la collina di Superga divenne teatro di una delle più grandi tragedie sportive italiane. Un aereo proveniente da Lisbona, con a bordo la leggendaria squadra del Grande Torino, si schiantò contro il muraglione posteriore della Basilica a causa della nebbia. Nell’impatto morirono tutti i passeggeri, tra cui giocatori, allenatori e giornalisti. Da allora, ogni anno, migliaia di tifosi e sportivi si recano al memoriale sul retro della Basilica per commemorare quel tragico evento che ha segnato per sempre la storia del calcio italiano e la memoria collettiva di Torino.
Il “Muro del Grande Torino” è oggi un luogo di raccoglimento e di profonda emozione, arricchito da targhe, cimeli e sciarpe granata lasciate dai tifosi provenienti da tutto il mondo.
Dal piazzale antistante la Basilica si gode di uno dei panorami più spettacolari del Piemonte. La vista abbraccia l’intera città di Torino, il corso sinuoso del fiume Po e la maestosa catena alpina, con il Monviso che svetta all’orizzonte. In giornate terse, lo sguardo può spingersi fino alle montagne della Valle d’Aosta e del Canavese. È un luogo ideale per chi desidera ammirare la città dall’alto, soprattutto al tramonto, quando la luce dorata colora la cupola e le colline circostanti di sfumature calde e suggestive.
Il Museo Civico di Arte Antica, ospitato all’interno del magnifico Palazzo Madama, è il più importante museo di Torino e uno dei più rilevanti in Italia. Fondato nel 1860, il museo trovò la sua sede attuale nel 1934, dove accoglie migliaia di oggetti che raccontano secoli di storia e arte.
Il museo si sviluppa in 37 sale e ospita una varietà incredibile di opere, tra cui:
Il museo offre un’esperienza unica, che permette di immergersi nella storia attraverso opere d’arte e manufatti di straordinaria bellezza.
La Galleria d’Arte Moderna di Torino, fondata nel 1952, è uno dei musei più importanti d’Italia per l’arte moderna e contemporanea. Situata in un edificio a tre piani progettato secondo i più avanzati criteri museologici, la galleria offre spazi dinamici e modulabili, che permettono di rinnovare costantemente l’esperienza espositiva.
La collezione della GAM comprende una straordinaria varietà di opere, tra cui:
La Galleria Sabauda è uno dei gioielli artistici di Torino, fondata nel 1832 grazie a Carlo Alberto, che espose per la prima volta una collezione di dipinti appartenenti alla casa reale dei Savoia. La raccolta fu donata allo Stato nel 1860 e trovò la sua sede definitiva nel 1865.
La Galleria Sabauda custodisce opere di straordinaria bellezza, che spaziano tra diverse scuole e periodi artistici:
Il Museo Egizio di Torino è uno dei più importanti centri al mondo dedicati alla civiltà dell’antico Egitto e il più antico museo interamente dedicato a questa cultura. Fondato ufficialmente nel 1824, rappresenta un patrimonio inestimabile di storia, arte e conoscenza che rende Torino un punto di riferimento internazionale per l’archeologia. Secondo solo al Museo del Cairo per ampiezza e valore delle collezioni, custodisce oltre 40.000 reperti che coprono più di 4.000 anni di civiltà egiziana.
Le origini del Museo Egizio risalgono al 1760, quando il re di Sardegna Carlo Emanuele III incaricò il botanico e archeologo Vitaliano Donati di recarsi in Egitto per raccogliere antichità da studiare e preservare. Le scoperte di Donati formarono il primo nucleo di quella che diventerà una delle collezioni più prestigiose d’Europa.
Nel 1824, con l’acquisizione della celebre collezione Drovetti – composta da oltre 5.000 reperti raccolti dal console francese Bernardino Drovetti – il re Carlo Felice di Savoia fondò ufficialmente il Museo Egizio di Torino. Da quel momento, grazie a missioni archeologiche, donazioni e scavi condotti tra Ottocento e Novecento, la raccolta si ampliò fino a diventare una delle più complete e autorevoli testimonianze della civiltà del Nilo. Tra i protagonisti di questa espansione si ricordano l’archeologo Ernesto Schiaparelli, direttore del museo dal 1894, e le missioni di Giovanni Kamil in Egitto.
Oggi il museo custodisce straordinari tesori che raccontano la vita, la religione e l’arte dell’antico Egitto. L’allestimento, rinnovato di recente, unisce rigore scientifico e grande impatto scenografico, valorizzando ogni oggetto in un percorso emozionante e immersivo.
Oltre alle esposizioni permanenti, il museo organizza mostre temporanee, attività didattiche e conferenze internazionali, consolidando il suo ruolo di centro di ricerca e divulgazione di livello mondiale.
Il percorso museale si sviluppa su più piani, con sale tematiche dedicate ai diversi aspetti della civiltà egizia. Al piano terra accoglie i visitatori la maestosa Statua di Ramses II e la ricostruzione della Tomba di Kha e Merit. Ai piani superiori si approfondiscono religione, rituali, vita quotidiana e simbolismo, attraverso un allestimento moderno e immersivo che alterna luce, suono e multimedialità.
La grande ristrutturazione del 2015 ha trasformato il museo in un polo d’eccellenza internazionale, con spazi accessibili, percorsi tematici e audioguide multilingue. Particolarmente suggestive sono la Galleria dei Sarcofagi e la Statuaria, dove la disposizione delle luci mette in risalto la potenza e la spiritualità delle opere.
Il Museo di Antichità rappresenta un viaggio nelle radici storiche del Piemonte e del mondo antico. La collezione iniziò nel 1572 sotto il regno di Emanuele Filiberto e fu trasferita nella sede attuale nel 1832.
Distribuito in 4 sale, il museo ospita molti reperti, tra cui:
L’Armeria Reale, inaugurata nel 1837, è uno dei musei di armi più ricchi e prestigiosi al mondo. Situata nella maestosa Galleria del Beaumont, lunga 95 metri, questo spazio incarna la grandiosità del barocco torinese, con decorazioni ideate da Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri.
L’armeria custodisce una straordinaria raccolta di armi e armature, tra cui:
Nella Rotonda, decorata da Pelagio Palagi, Carlo Bellosio e Francesco Gonin, si trovano armi del XIX secolo e cimeli legati alle battaglie per l’indipendenza italiana, comprese le bandiere dell’esercito sardo.
Il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, situato sul panoramico Monte dei Cappuccini, è uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti di Torino. Fondato dal Club Alpino Italiano (CAI), racconta la cultura, la storia e la bellezza delle montagne attraverso un percorso che unisce scienza, avventura e spiritualità. Il museo occupa le sale di un antico convento seicentesco, affiancato da una vedetta alpina e da una stazione meteorologica ancora attiva, elementi che ne arricchiscono la funzione didattica e simbolica.
Ristrutturato nel 1942 e ampliato più volte nel corso del Novecento, il museo è oggi una tappa imperdibile per gli appassionati di alpinismo, escursionismo, fotografia naturalistica e tutela ambientale. Dalla sua terrazza, la vista abbraccia l’intera città e l’arco alpino, offrendo un colpo d’occhio tra i più belli del Piemonte.
Il Museo della Montagna è molto più di un’esposizione di cimeli: rappresenta un viaggio affascinante nella relazione millenaria tra l’uomo e l’ambiente montano. Le collezioni illustrano la nascita dell’alpinismo, le grandi esplorazioni e l’evoluzione della conoscenza scientifica sulle terre alte. Mappe, strumenti, fotografie, diari e filmati compongono un mosaico che racconta come le montagne abbiano influenzato la cultura, l’arte e la spiritualità europea.
Le sezioni permanenti ospitano reperti di straordinario valore storico e documentario, tra cui materiali unici legati alle spedizioni himalayane e alle prime ascensioni alpine, oltre a una vasta raccolta di film, manifesti e documenti del cinema di montagna, di cui il museo è centro di riferimento internazionale.
L’ingresso del museo accoglie il visitatore con un simbolo leggendario: la tenda della spedizione italiana al K2. È il cimelio autentico che ricorda la storica conquista della seconda vetta più alta del mondo, raggiunta nel 1954 dalla spedizione guidata da Ardito Desio e coronata dal successo di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Questa reliquia è diventata un’icona nazionale, emblema del coraggio e della determinazione che animano l’alpinismo italiano.
La prima sala è interamente dedicata a Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi (1873–1933), figura leggendaria dell’esplorazione mondiale. Tra i cimeli esposti spiccano oggetti e strumenti utilizzati durante le sue spedizioni al Polo Nord (1899–1900), sul Monte Sant’Elia in Alaska e nelle catene africane del Ruwenzori. Mappe, fotografie e taccuini di viaggio restituiscono il senso di avventura e la tensione conoscitiva che animavano l’esploratore torinese, simbolo del legame tra scienza, coraggio e amore per la montagna.
La seconda sala offre una panoramica completa sul Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano, istituito nel 1922. Qui il visitatore può ammirare fotografie d’epoca, filmati e materiali originali che illustrano la biodiversità e i paesaggi del parco, oltre alla sua storia di conservazione ambientale. Particolare rilievo è dato alla protezione dello stambecco alpino, animale simbolo del Gran Paradiso, salvato dall’estinzione proprio grazie alla creazione dell’area protetta.
Il Museo della Montagna invita a un’esperienza completa, in cui la conoscenza si unisce all’emozione. La Vedetta Alpina, raggiungibile dal cortile superiore, è un punto di osservazione spettacolare da cui si gode un panorama unico su Torino e sulle vette che la circondano. Accanto, la stazione meteorologica continua a operare come centro di raccolta dati, mantenendo viva la vocazione scientifica del luogo. Mostre temporanee, eventi e rassegne fotografiche arricchiscono l’offerta culturale, trasformando ogni visita in un viaggio sensoriale e formativo.
Non mancano installazioni multimediali e percorsi didattici per scuole e famiglie, che rendono la visita accessibile e coinvolgente. Il museo ospita anche un Centro di Documentazione e la Cineteca del CAI, che conserva migliaia di pellicole dedicate alla montagna e all’alpinismo mondiale.
Il Museo del Risorgimento, situato nel maestoso Palazzo Carignano, è un luogo unico dove la storia del Risorgimento italiano prende vita. Fondato nel XIX secolo e riorganizzato nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, il museo copre il periodo che va dai moti del 1821 alla proclamazione di Roma come capitale d’Italia.
Il museo offre un’esposizione ricca e coinvolgente, tra cui:
Questa sala illustra lo sviluppo economico piemontese fino al 1898, con:
Torino, con la sua ricca storia, l'architettura elegante, è una destinazione ideale per un viaggio di tre giorni. Ecco un itinerario dettagliato per scoprire le principali attrazioni della città, insieme a suggerimenti per un alloggio centrale con un buon rapporto qualità-prezzo e ristoranti che offrono autentiche esperienze culinarie piemontesi.
Mattina:
Piazza Castello: Inizia la tua esplorazione nel cuore della città, dove si trovano importanti edifici storici come il Palazzo Reale, residenza dei Savoia, e il Palazzo Madama, che ospita il Museo Civico d'Arte Antica.
Duomo di Torino: A pochi passi, visita la Cattedrale di San Giovanni Battista, famosa per custodire la Sacra Sindone.
Pomeriggio:
Sera:
Mattina:
Pomeriggio:
Galleria Sabauda: Situata nei pressi del Museo Egizio, questa galleria d'arte ospita una vasta collezione di dipinti italiani ed europei.
Museo Nazionale dell'Automobile: Per gli appassionati di motori, questo museo offre una panoramica sulla storia dell'automobile, con una particolare attenzione al contributo italiano nel settore.
Sera:
Mattina:
Pomeriggio:
Sera:
Per un soggiorno confortevole nel cuore di Torino, l'Hotel Alba Torino Centro è una scelta eccellente. Situato in Via Maria Vittoria 34, offre camere curate e una posizione centrale che permette di raggiungere facilmente le principali attrazioni.
Trattoria Valenza: Situata nel quartiere Vanchiglia, questa trattoria offre piatti tradizionali piemontesi in un ambiente accogliente.
Osteria Antiche Sere: Nel quartiere San Donato, è rinomata per la cucina casalinga e l'atmosfera familiare.
Ristorante Consorzio: Nel centro storico, propone una cucina innovativa basata su ingredienti locali e stagionali.