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Dalle origini antiche all'unificazione del Paese, il Piemonte ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo storico e politico dell'Italia.
La storia del Piemonte inizia molto prima della nascita dell'Impero Romano. Il territorio era abitato da popolazioni celtiche, tra cui i Salassi, insediati nella Valle d'Aosta, e i Taurini, che diedero il nome a Torino. Questi popoli, noti per il loro spirito guerriero, resistettero strenuamente all'espansione romana. Uno degli episodi più celebri è quello del 143 a.C., quando i soldati romani si avventurarono tra le vallate montuose del Piemonte, subendo pesanti attacchi da parte dei Salassi.
Nel 25 a.C., dopo aver sconfitto i Salassi, i Romani fondarono Augusta Pretoria, l'attuale Aosta, come avamposto strategico. Il Piemonte divenne una regione di confine cruciale per il controllo della Gallia Transalpina. Le città piemontesi, come Torino (Augusta Taurinorum), Acqui Terme e Susa, prosperarono sotto la dominazione romana, sviluppando infrastrutture avanzate come strade, acquedotti e anfiteatri.
Tra le testimonianze più significative di questo periodo troviamo:
L'epoca romana si concluse nel 476 d.C., con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e l'arrivo degli Eruli.
Dopo la fine dell’Impero Romano, il Piemonte fu dominato da diverse potenze, tra cui i Longobardi, i Franchi e, infine, la dinastia carolingia. Durante l’alto medioevo, il territorio fu diviso in ducati, tra cui Torino, Asti, Ivrea e Alba.
Nel 1045, il feudo di Torino passò ad Adelaide di Susa, che sposò Oddone di Savoia, segnando l'inizio dell'influenza sabauda sul Piemonte. I Savoia consolidarono il loro potere attraverso alleanze matrimoniali e abilità diplomatiche, creando una delle dinastie più longeve d'Europa.
Nel XII e XIII secolo, come in altre parti d’Italia, anche il Piemonte vide il sorgere dei Comuni, centri autonomi guidati da borghesi e nobili locali. Torino, Asti, Cuneo e Alessandria furono tra i più importanti. Tuttavia, con il declino dei Comuni alla fine del Duecento, il potere tornò nelle mani delle grandi famiglie feudali, che costruirono magnifici castelli, come quello di Pavone Canavese e il Castello di Verrès.
Il XVI secolo fu un periodo cruciale per il Piemonte. Durante le guerre tra Francia, Spagna e il Sacro Romano Impero, la regione divenne un campo di battaglia. Nel 1559, Emanuele Filiberto di Savoia, detto il "Duca di Ferro," stabilì la capitale a Torino, avviando una serie di riforme amministrative e militari che rafforzarono lo Stato sabaudo.
Nel 1713, con il Trattato di Utrecht, Vittorio Amedeo II ottenne il titolo di re, dando vita al Regno di Sardegna, che comprendeva anche la Liguria, la Savoia e la Contea di Nizza. Questo evento segnò un momento di grande prestigio per il Piemonte.
Nel XIX secolo, il Piemonte divenne il fulcro del Risorgimento italiano. I sovrani di Casa Savoia, come Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, guidarono il movimento per l'unificazione d'Italia.
Dal Piemonte partirono le truppe per le tre guerre d’indipendenza italiane:
Nel 1861, il Piemonte giocò un ruolo fondamentale nella proclamazione del Regno d’Italia, con Torino come prima capitale. Grazie all'opera dei Savoia e di figure come Giuseppe Garibaldi e Cavour, il Piemonte divenne il cuore pulsante dell'Italia unita.