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La storia di Bari


Bari ha oltre tremila anni di storia: dal porto adriatico dei Greci e il municipium romano sulla Via Traiana, all’età bizantina e normanna con il Castello Svevo, fino al Sette-Ottocento con il Borgo Murattiano. Tra distruzioni e rinascite, la città si è trasformata in un ponte tra Oriente e Occidente e, nel Novecento, in vetrina del Mediterraneo con la Fiera del Levante.


Storia di Bari: un viaggio tra mare, fede e civiltà

La storia di Bari è un racconto millenario che unisce Oriente e Occidente, commercio e spiritualità, distruzione e rinascita. Le sue origini risalgono all’età del Bronzo, quando sorsero i primi insediamenti costieri, poi divenuti un fiorente emporio greco e successivamente municipio romano grazie alla Via Traiana. Dopo la caduta dell’Impero, la città conobbe secoli di turbolenze: governata dai Bizantini, contesa dai Longobardi e saccheggiata dai Saraceni, divenne infine capitale del Catepanato d’Italia. Con i Normanni, Bari ritrovò stabilità e prestigio, ospitando nel 1095 la predicazione della Prima Crociata e, poco prima, l’arrivo delle reliquie di San Nicola, evento che la rese punto di riferimento religioso per l’intera cristianità. Distrutta nel 1156 e rinata sotto Federico II di Svevia, la città visse nuove epoche di splendore e decadenza sotto Angioini, Aragonesi e Borboni. Nell’Ottocento, con la fondazione del Borgo Murattiano e l’arrivo dell’Unità d’Italia, Bari si trasformò in un moderno centro urbano e commerciale, divenendo nel Novecento una delle capitali economiche e culturali del Mezzogiorno.

Le origini: Bari nell’Età del Bronzo e la fase greco-romana

Le prime testimonianze di insediamenti umani nell’area barese risalgono al II millennio a.C., come attestano ritrovamenti archeologici nella zona di Santa Scolastica e di Punta Perotti, dove sorsero piccoli villaggi dediti alla pesca e alla navigazione costiera.
Con l’arrivo dei Greci, Bari divenne un emporio commerciale di rilievo lungo la rotta adriatica. Il suo porto naturale favoriva gli scambi con l’Epiro e la Grecia, e già in epoca arcaica la città era nota per la produzione di ceramiche e per i traffici di olio e vino.

Durante il periodo romano, la città – chiamata Barium – acquisì crescente importanza strategica. L’imperatore Traiano fece costruire la celebre Via Traiana, che collegava Benevento a Brindisi passando per Bari, potenziando i collegamenti e stimolando la crescita economica. Divenuta municipium romano, la città ospitava terme, un foro e templi dedicati alle divinità principali del pantheon latino.

Dalla caduta di Roma al dominio bizantino

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), Bari subì invasioni e saccheggi. I Goti ne presero il controllo, ma nel VI secolo la città passò sotto la sfera bizantina, assumendo un ruolo fondamentale nel controllo dell’Adriatico.
Nel corso dei secoli IX e X, Bari divenne capitale del Catepanato d’Italia, ovvero il principale avamposto bizantino nella penisola. Questo periodo portò un notevole sviluppo economico e culturale, con l’arrivo di artigiani greci e funzionari imperiali che influenzarono la lingua, la religione e l’arte locale.

Nel 847, la città cadde temporaneamente in mano ai Saraceni, che la dominarono per oltre vent’anni prima di essere scacciati dai Bizantini. Le loro influenze si riconoscono ancora oggi nella toponomastica e in alcuni elementi urbanistici della Bari Vecchia.

Il dominio normanno e le Crociate

Nel 1071, dopo un lungo assedio, Bari fu conquistata dai Normanni guidati da Roberto il Guiscardo, segnando la fine definitiva della presenza bizantina in Puglia. La città divenne una delle roccaforti del nuovo potere occidentale nel Mezzogiorno.

Proprio in quegli anni, Bari fu teatro di un evento cruciale: nel 1095, Pietro l’Eremita vi predicò la Prima Crociata, richiamando cavalieri e pellegrini da tutta Europa. La posizione della città, con il suo porto rivolto a Oriente, la rese un fondamentale punto di partenza per le spedizioni verso la Terra Santa.

Parallelamente, nel 1087, giunsero a Bari le reliquie di San Nicola da Myra, dando inizio alla costruzione della maestosa Basilica di San Nicola, uno dei più importanti centri di pellegrinaggio del Medioevo, venerato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi. Questo evento consacrò Bari come ponte tra Oriente e Occidente.



La distruzione del 1156 e la rinascita sveva

Il 1156 fu un anno drammatico: il re normanno Guglielmo il Malo rase al suolo Bari per punire la città di una rivolta anti-normanna. Della città medievale restarono solo macerie.
La rinascita avvenne un secolo dopo grazie all’imperatore Federico II di Svevia, che comprese il valore strategico del porto e ne promosse la ricostruzione. Fece edificare il Castello Normanno-Svevo, possente fortezza tuttora simbolo della città, e rilanciò i commerci marittimi, rafforzando i legami con il Levante.

Sotto gli Svevi, Bari visse un periodo di stabilità politica e prosperità economica, diventando centro amministrativo e culturale di primo piano del Regno di Sicilia.

La decadenza angioina e le dominazioni straniere

Con l’avvento degli Angioini (1266-1442), Bari subì un lento declino. Le tensioni politiche, le lotte feudali e le frequenti carestie ne rallentarono la crescita.
Tuttavia, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, la duchessa Isabella d’Aragona, nipote di Ferdinando il Cattolico, si impegnò a rilanciare la città, migliorando le infrastrutture e promuovendo la vita culturale della corte barese.

Nei secoli successivi, il dominio passò di mano più volte – spagnoli, austriaci e borbonici – lasciando un mosaico di influenze architettoniche e sociali. Le mura e i bastioni furono ampliati, il porto riadattato, e la città visse un lento processo di modernizzazione.

Dall’età murattiana all’Unità d’Italia

Un grande slancio arrivò nel XIX secolo grazie a Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte. Nel 1813, Murat progettò la costruzione del Borgo Murattiano, un nuovo quartiere urbano dal disegno razionale e moderno, con strade perpendicolari e piazze ariose. Questa pianificazione segnò una svolta epocale, distinguendo nettamente la Bari Vecchia dal nuovo centro cittadino.

Con l’Unità d’Italia (1860), Bari divenne uno dei principali porti del nuovo Stato. La città conobbe un boom commerciale, grazie alla sua posizione strategica per l’esportazione di grano, olio e vino.

Bari contemporanea: tra sviluppo e cultura

Nel XX secolo, Bari consolidò il suo ruolo di capitale economica e culturale della Puglia.
Nel 1925 fu istituita l’Università degli Studi di Bari, e pochi anni dopo, nel 1930, nacque la Fiera del Levante, vetrina internazionale dei commerci e dell’industria del Mediterraneo.

Durante la Seconda guerra mondiale, la città subì bombardamenti devastanti, ma seppe risollevarsi rapidamente nel dopoguerra, trasformandosi in un centro moderno e dinamico.
Oggi, Bari unisce la storia millenaria delle sue pietre con la vivacità di una metropoli mediterranea, proiettata verso il futuro ma ancora legata al mare e alle sue antiche tradizioni marinare.

Date fondamentali nella storia di Bari

  • Età del Bronzo: prime tracce di insediamenti nell’area di Santa Scolastica.
  • III sec. a.C.: sviluppo come emporio greco sull’Adriatico.
  • II sec. d.C.: costruzione della Via Traiana e rango di municipio romano.
  • VI secolo: dominio goto e passaggio ai Bizantini.
  • 847–871: occupazione saracena e restaurazione bizantina.
  • 1071: conquista normanna di Roberto il Guiscardo.
  • 1087: traslazione delle reliquie di San Nicola da Myra.
  • 1095: predicazione della Prima Crociata a Bari.
  • 1156: distruzione della città per ordine di Guglielmo il Malo.
  • XIII secolo: rinascita sotto Federico II e costruzione del Castello Normanno-Svevo.
  • 1501: riforme di Isabella d’Aragona.
  • 1813: fondazione del Borgo Murattiano da parte di Gioacchino Murat.
  • 1860: annessione al Regno d’Italia.
  • 1925: istituzione dell’Università degli Studi di Bari.
  • 1930: inaugurazione della Fiera del Levante.
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