Palermo è una città che si vive strada per strada: cappelle dorate nascoste in palazzi istituzionali,
cupole rosse che spuntano tra i tetti, mercati che sembrano teatri all’aperto, giardini storici e grandi musei.
Le 26 attrazioni che seguono ti accompagnano in un percorso completo tra centro storico, quartieri popolari,
mare e dintorni, con focus sulle tappe davvero imperdibili e consigli pratici per organizzarne la visita.
1. Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina
Il Palazzo dei Normanni è il cuore politico e simbolico della Palermo medievale. Sorge sulla parte
più alta dell’antica città, un punto strategico scelto nei secoli da popoli diversi: prima dai
Punici, poi dagli Arabi che qui costruirono una cittadella fortificata. Con l’arrivo dei Normanni,
questo complesso venne trasformato in una vera corte regia, dove si amministrava il potere e si
mettevano in scena cerimonie dal forte valore politico. Le successive dinastie europee ampliarono
ulteriormente l’edificio, aggiungendo ambienti, cortili e sale che oggi raccontano una storia lunga
quasi mille anni.
Visitare il palazzo significa attraversare una serie di epoche sovrapposte: corridoi che conservano
tracce dell’architettura islamica, scale barocche, saloni rinascimentali e architetture moderne che
convivono senza cancellarsi. È uno dei pochi luoghi in Sicilia che permette di percepire, quasi
fisicamente, il ruolo della regione come ponte tra Oriente e Occidente.
All’interno del complesso si accede alla celebre Cappella Palatina, il monumento più
prezioso del palazzo e uno dei capolavori assoluti dell’arte mediterranea medievale. Fu
commissionata da Ruggero II, primo re di Sicilia, come cappella privata della corte. Non aveva solo
una funzione religiosa: doveva rappresentare la grandezza della monarchia normanna e, allo stesso
tempo, sintetizzare le culture che convivevano sull’isola.
Appena si entra si resta colpiti da un’armonia quasi ipnotica: le pareti e la grande cupola sono
rivestite da un’estensione continua di mosaici dorati che raccontano la Creazione, la vita dei
patriarchi, episodi evangelici e scene cristologiche. Le figure, solenni e luminose, emergono da uno
sfondo d’oro che riflette la luce in modo diverso durante il giorno, trasformando l’ambiente in
un’architettura “viva”.
Sotto lo splendore bizantino, si scopre un altro livello artistico altrettanto sorprendente: il
soffitto ligneo decorato con motivi a muqarnas, una tecnica tipica dell’arte islamica. Le piccole
nicchie e le geometrie scolpite ricordano i palazzi del Nord Africa e del Medio Oriente e creano un
contrasto raffinato con la severità romanica delle strutture sottostanti. Questa fusione di
linguaggi — latino, bizantino e arabo — è la cifra distintiva della Cappella Palatina ed è il motivo
per cui viene considerata un’opera unica al mondo.
Anche gli ambienti circostanti meritano attenzione: i cortili porticati, gli appartamenti reali
visitabili in alcuni giorni e gli spazi museali che conservano reperti, arredi e decorazioni legati
alla storia del palazzo e delle famiglie che vi abitarono. È uno dei complessi più ricchi di
stratificazioni culturali dell’intera Italia meridionale, e un passaggio fondamentale per comprendere
davvero l’identità storica di Palermo.
Consigli pratici per Palazzo dei Normanni & Cappella Palatina
- Arriva presto: l’accesso alla Cappella Palatina è contingentato e nelle ore centrali
si formano code. Le prime due ore del mattino sono le migliori per visitare il complesso con più
tranquillità.
- Controlla le aree aperte: gli Appartamenti Reali possono essere chiusi in occasione
di attività istituzionali. Vale la pena verificare all’ingresso per non perderti parti importanti
del percorso.
- Durata minima: se vuoi semplicemente “vedere”, bastano 60–75 minuti; per apprezzare
mosaici, soffitti e storia architettonica, considera almeno 90–120 minuti.
- Dress code informale ma rispettoso: la Cappella è un luogo di culto. Non serve
un abbigliamento rigoroso, ma meglio evitare canottiere e abiti troppo scollati.
- Fotografie consigliate: la luce migliore arriva dal lato est nelle ore del mattino.
Prova a fotografare il Pantocratore restando leggermente decentrato: rende più leggibile la
profondità del mosaico.
- Percorso consigliato: visita prima gli ambienti del palazzo, poi entra nella
Cappella Palatina: l’effetto di passare da sale storiche più sobrie allo splendore dorato è molto
più scenografico.
- Combinazioni vicine: dalla piazza antistante puoi raggiungere facilmente la
Cattedrale in meno di 5 minuti, ideale per proseguire la visita del percorso arabo-normanno.
Sito ufficiale: Visita Palazzo dei Normanni – ARS Sicilia
2. San Giovanni degli Eremiti
Un altro tesoro normanno di Palermo è la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, famosa per le sue cupole rosse che evocano un’atmosfera orientale. Situata in un angolo tranquillo della città.
2.1 Un’Armonia di Stili
Costruita nel XII secolo, San Giovanni degli Eremiti presenta un’architettura austera e minimalista. Le sue forme squadrate e il campanile con monofore richiamano l’influenza islamica, visibile anche nelle cinque cupolette che ne decorano il tetto. Questo aspetto unico la distingue dagli altri edifici normanni della città.
2.2 L’Interno
L’interno è semplice e spoglio, ma emana un senso di spiritualità grazie alla luce naturale che filtra dalle finestre, creando giochi di chiaroscuro sulle pareti. Parte del complesso è costituita da una sala rettangolare che, secondo le testimonianze, era una moschea araba.
2.3 Il Chiostro e il Giardino
Il vero gioiello del sito è il chiostro duecentesco, circondato da un giardino rigoglioso. Le colonne del chiostro, con i loro capitelli decorati, creano un’atmosfera intima e suggestiva. Nel giardino si trovano piante esotiche e fiori profumati.
3. Cattedrale di Palermo
La Cattedrale di Palermo è uno dei monumenti più emblematici della Sicilia, un edificio che riassume
secoli di trasformazioni politiche, religiose e artistiche. Sorge su un luogo consacrato da oltre
duemila anni: prima tempio punico, poi basilica paleocristiana, successivamente moschea durante il
periodo islamico, e infine cattedrale latina dopo la riconquista normanna. Questa lunga storia ha
lasciato un’impronta evidente nella sua architettura, che appare come un mosaico di stili diversi.
Il prospetto principale, rivolto verso piazza Bellini, è un trionfo di arcate gotiche, merlature e
portali scolpiti. Le torri laterali e il portico trecentesco creano una scenografia quasi teatrale,
mentre la grande cupola settecentesca aggiunge un’impronta barocca che si percepisce soprattutto
osservando l’edificio da lontano. La facciata laterale, lungo il Cassaro, mostra invece un elegante
equilibrio di linee arabe, gotiche e normanne.
L’interno custodisce una delle testimonianze più importanti della storia siciliana: le tombe imperiali e reali. Qui riposano Federico II, Enrico VI, Costanza d’Aragona e
altri membri della dinastia sveva. I sarcofagi in porfido rosso, materiali preziosi riservati ai
sovrani, testimoniano l’importanza politica della Sicilia medievale nel Mediterraneo.
Di grande interesse sono anche le cappelle laterali, ricche di marmi mischi, opere barocche e reliquie.
Tra queste spicca la cappella dedicata a Santa Rosalia, patrona di Palermo, una figura
amatissima dalla popolazione. Qui sono conservati urne e oggetti liturgici legati al culto della
“Santuzza”, che ogni anno attira migliaia di fedeli durante il famoso Festino.
Imperdibile la salita ai tetti, un percorso sopraelevato che corre lungo il perimetro
della cattedrale. Da qui si apre una delle viste più suggestive della città: i tetti arancio del centro
storico, il verde del Monte Pellegrino e il blu del mare che incornicia la Conca d’Oro. Il percorso è
affascinante ma richiede un minimo di attenzione, poiché prevede scale strette e tratti esposti.
Consigli pratici per la Cattedrale
- Ingresso principale: si trova sul lato ovest della piazza. La visita alla chiesa è
gratuita, mentre l’accesso ai tetti, alle tombe e al tesoro prevede un biglietto separato.
- Orario ideale: mattina presto o tardo pomeriggio. La luce del sole che attraversa le
navate illumina i sarcofagi e le decorazioni creando un’atmosfera più calda e intima.
- Salita ai tetti: richiede buona mobilità; sconsigliata a chi soffre di vertigini.
Portare acqua nei mesi estivi.
- Durata consigliata: 45–60 minuti per la sola cattedrale, 90–120 minuti con tetti e
tombe.
- Combinazioni utili: Cattedrale → Palazzo dei Normanni (3 minuti a piedi) → Quattro
Canti → Pretoria. Perfetto come itinerario mattutino.
Sito ufficiale: Cattedrale di Palermo – sito ufficiale
4. Porta Nuova e Palazzo Sclafani
4.1 Porta Nuova
Situata accanto al Palazzo dei Normanni, la Porta Nuova è un monumento di grande impatto visivo. Costruita nel 1535 per celebrare il ritorno trionfale di Carlo V, la porta presenta una cuspide decorata con maioliche dai colori vivaci. Simile a un arco di trionfo, è una delle principali porte d’ingresso alla città vecchia.
4.2 Palazzo Sclafani
A pochi passi dalla Porta Nuova, il Palazzo Sclafani si distingue per la sua facciata trecentesca con archi intrecciati e bifore. Un tempo residenza nobiliare, oggi ospita diverse collezioni artistiche e rappresenta un importante esempio di architettura gotica siciliana.
5. Corso Vittorio Emanuele e Piazza Bologni: Il Cuore Pulsante della Città
Il Corso Vittorio Emanuele è una delle strade principali di Palermo, un’arteria storica che attraversa il centro della città. Passeggiando lungo questa via animata, si respira l’atmosfera palermitana, con edifici storici e scorci che raccontano la storia della città.
Una delle prime tappe è Piazza Bologni, un’area dal fascino seicentesco caratterizzata da un’armonia architettonica rara. La piazza è un’oasi tranquilla, arricchita dalla statua di Carlo V al centro, che offre un richiamo alla storia spagnola della città. Gli edifici che la circondano, come il Palazzo Alliata di Villafranca, rappresentano l’eleganza del barocco palermitano. Piazza Bologni è il punto ideale per una pausa rilassante durante la visita alla città.
6. Chiesa di San Giuseppe dei Teatini: Il Trionfo del Barocco
Proseguendo lungo il Corso Vittorio Emanuele, si incontra la maestosa Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, uno degli esempi più impressionanti di barocco siciliano.
L’esterno, sobrio e austero, nasconde un interno straordinariamente ricco e decorato. Appena varcata la soglia, si rimane colpiti dagli stucchi dorati, dai marmi policromi e dai soffitti affrescati. Le cappelle laterali, arricchite da altari decorati e statue, mostrano un’attenzione al dettaglio che incanta i visitatori. La cupola, visibile da lontano, è un elemento distintivo del panorama palermitano e illumina l’interno con un gioco di luci.
San Giuseppe dei Teatini è più di una chiesa: è un’opera d’arte che rappresenta il culmine del barocco, un luogo dove ogni angolo è un inno alla bellezza e alla spiritualità.
7. I Quattro Canti
I Quattro Canti sono il punto in cui Palermo si divide simbolicamente in quattro antichi mandamenti.
Questo incrocio, apparentemente simile a molti altri, è in realtà uno dei luoghi più scenografici
d’Italia. Le quattro facciate concave che lo delimitano furono costruite nel Seicento come quinte
architettoniche, seguendo il modello dei teatri barocchi. Ogni lato rappresenta un “livello” della
città: in basso le fontane che evocano le quattro stagioni, al centro i sovrani spagnoli, e in alto
le sante patrone dei quartieri.
L’effetto scenico è amplificato dalla luce che cambia durante la giornata: al mattino i raggi
illuminano la facciata rivolta verso il mare, mentre al tramonto le ombre geometriche accentuano le
decorazioni e le nicchie. Nonostante il traffico continuo, è un luogo che trasmette un’energia
particolare. Le prospettive create dalle facciate incurvate fanno apparire lo spazio più ampio di
quanto realmente sia, una soluzione tipicamente barocca che incanta chiunque lo attraversi.
8. Piazza Pretoria
A pochi passi dai Quattro Canti si apre Piazza Pretoria, uno degli spazi più riconoscibili di
Palermo. La grande fontana cinquecentesca, composta da vasche sovrapposte e figure allegoriche, occupa
quasi l’intero perimetro della piazza. Le statue, rappresentanti dei fiumi, delle ninfe e di figure
mitologiche, erano considerate scandalose nell’antichità per le loro nudità, da cui nasce il celebre
soprannome di “Piazza della Vergogna”.
Intorno alla piazza si affacciano palazzi storici di grande pregio: Palazzo delle Aquile, sede del
Municipio; Palazzo Bordonaro; Palazzo Bonocore e l’ex convento di Santa Caterina. La visione migliore
della piazza si ottiene salendo sulle terrazze di Santa Caterina, dove si può osservare la geometria
rigorosa della fontana dall’alto, come in un’architettura teatrale scolpita nella pietra.
Consigli pratici per Quattro Canti & Piazza Pretoria
- Orario migliore per foto: alba e tramonto. Le facciate concave riflettono una luce
molto morbida, perfetta per fotografie grandangolari.
- Attenzione al traffico: l’incrocio è sempre vivo; meglio sostare lungo i marciapiedi
laterali anziché al centro per evitare intralci.
- Viste dall’alto: la terrazza di Santa Caterina è il punto panoramico più suggestivo
su Piazza Pretoria.
- Abbinamento perfetto: Quattro Canti → Pretoria → Martorana/San Cataldo → Ballarò.
Un percorso breve ma potentissimo dal punto di vista artistico.
- Sicurezza: zona sempre molto frequentata; come in tutti i punti iconici, tieni
telefoni e borse ben saldi mentre scatti foto.
9. La Martorana e San Cataldo
La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come Martorana, e la vicina San Cataldo sono due gemme del percorso
“Palermo arabo-normanna”. La Martorana fu fondata nel XII secolo dall’ammiraglio Giorgio di Antiochia e conserva
alcuni dei mosaici bizantini più raffinati dell’isola: Cristo benedicente, scene evangeliche e iscrizioni in greco
ricoprono cupola e pareti, affiancati da interventi barocchi che hanno arricchito la decorazione nei secoli successivi.
San Cataldo, con le tre cupole rosse che spiccano sulla copertura, è invece un esempio quasi intatto di architettura normanna
influenzata dal mondo islamico. L’interno, nudo e essenziale, mette in evidenza le proporzioni pure degli spazi e
le soluzioni tecniche adottate dagli architetti medievali. Visitando le due chiese una dopo l’altra si percepisce
chiaramente la coesistenza di sensibilità diverse nello stesso periodo storico.
Consigli pratici per Martorana e San Cataldo
- Biglietti: solitamente sono separati; talvolta esistono combinazioni o riduzioni. Verifica alla biglietteria.
- Durata: metti in conto almeno 45–60 minuti complessivi per apprezzare mosaici e dettagli architettonici.
- Momenti di affluenza: le ore centrali della mattina sono le più affollate per via dei gruppi; meglio puntare sull’apertura o sul pomeriggio.
10. Chiesa del Gesù o Casa Professa
La Chiesa del Gesù, conosciuta come “Casa Professa”, è uno dei massimi capolavori del barocco siciliano. Costruita tra la fine del Cinquecento e il Seicento, stupisce per la ricchezza straripante dei suoi interni: marmi mischi intarsiati, stucchi elaborati, affreschi e decorazioni che ricoprono ogni superficie.
L’interno è un trionfo di colori e simbolismi religiosi. Le colonne sono rivestite da marmi policromi provenienti da tutta la Sicilia, mentre gli stucchi narrano episodi biblici e vite di santi. Il presbiterio, con la grande volta affrescata, lascia senza fiato per la sua magnificenza.
Casa Professa è una tappa obbligata per comprendere l’evoluzione dell’arte barocca a Palermo e la sua identità spirituale, tanto quanto San Giuseppe dei Teatini o gli oratori del Serpotta.
Consigli pratici per Casa Professa
- Orari: possono cambiare in base alle celebrazioni; controlla le indicazioni affisse all’ingresso.
- Fotografie: è consigliabile chiedere sempre se sono consentite e in quali aree, soprattutto per non disturbare eventuali funzioni.
- Abbinamenti: si trova a ridosso del mercato di Ballarò, quindi è perfetta da visitare prima o dopo un giro tra le bancarelle.
11. Mercato di Ballarò
Ballarò è il mercato più antico e più esteso di Palermo, un luogo dove la città mostra la sua anima
più autentica. Qui non esiste una “scenografia” costruita per i turisti: il mercato vive di ritmi
quotidiani, di venditori che si conoscono da generazioni, di profumi intensi e di voci che si
sovrappongono come in una grande orchestra urbana. È uno spazio che cambia continuamente, ora rumoroso
e vivace, ora più lento nelle prime ore del giorno.
Le bancarelle espongono frutta e verdura di stagione, pesce freschissimo, carni locali e prodotti
tipici: ricotta appena montata, olive condite, conserve, formaggi e pane ancora caldo. Accanto si
trovano friggitorie popolari che preparano panelle, crocchè, arancine e pane ca’ meusa, spesso serviti
direttamente su piccoli banchi metallici.
Ballarò non è solo cibo: è un luogo dove si osserva la vita del quartiere, dove i bambini giocano
tra le cassette della verdura e dove gli abitanti si fermano a chiacchierare tra una bancarella e
l’altra. Le strade strette, le insegne dipinte a mano e le botteghe storiche sono parte integrante
dell’atmosfera, rendendo il mercato uno dei luoghi più fotogenici della città.
Consigli pratici per il Mercato di Ballarò
- Orario migliore: la mattina tra le 8:00 e le 11:00, quando il mercato è più attivo,
le bancarelle sono al completo e la luce è ideale per fotografia di strada.
- Cosa mangiare: arancine, panelle, sfincione e frutta già tagliata. Chiedi sempre
cosa è “di stagione”: fanno parte della cultura gastronomica locale.
- Piccole accortezze: essendo molto affollato, tieni sempre occhio a borse e tasche,
soprattutto mentre fotografi o ti avvicini ai banchi.
- Percorso consigliato: entra da via Maqueda e percorri il mercato verso Casa
Professa, combinando visita artistica e gastronomica.
- Consiglio fotografico: scatta dall’estremità delle strade laterali: le bancarelle
in prospettiva creano linee molto dinamiche e colori forti.
12. Mercato del Capo
Il Mercato del Capo si snoda alle spalle del Teatro Massimo e rappresenta il volto più “di quartiere” dei mercati storici
palermitani. I banchi di pesce freschissimo, carne, formaggi, frutta e verdura di stagione convivono con piccoli negozi
di casalinghi, rivendite di spezie, friggitorie e panifici tradizionali.
Passeggiando tra le bancarelle si incontrano scorci di grande fascino: chiese barocche che si aprono all’improvviso,
vicoli con le lenzuola stese ai balconi, insegne antiche e voci che si inseguono da una parte all’altra della strada.
È un luogo perfetto per chi ama la fotografia di strada e vuole immergersi nell’atmosfera quotidiana della città.
13. Mercato della Vucciria
La Vucciria, un tempo grande mercato alimentare a cielo aperto, oggi è soprattutto un’area di locali, bar e street art.
Molte delle storiche bancarelle di pesce e carne sono scomparse, ma l’area mantiente un fascino ruvido, fatto di piazzette
irregolari, muri scrostati, murales e vecchie scritte che raccontano un passato commerciale ancora vivo nella memoria collettiva.
Di sera la zona si anima grazie a pub, chioschi e locali informali che attirano soprattutto giovani e turisti.
È il posto giusto per bere qualcosa all’aperto nelle serate più miti, pur mantenendo sempre un minimo di attenzione
ai propri effetti personali come in qualunque zona notturna affollata.
14. Teatro Massimo
Il Teatro Massimo non è soltanto un edificio teatrale: è uno dei simboli dell’identità culturale di
Palermo. Inaugurato alla fine dell’Ottocento, fu progettato per restituire prestigio internazionale
alla città, che in quel periodo viveva una vera stagione di rinascita urbana. L’architettura, ispirata
agli antichi templi greci, conferisce all’edificio un aspetto monumentale che domina l’intera piazza.
La grande scalinata d’ingresso è un luogo iconico, spesso affollato di turisti e cittadini che si
fermano per ammirare la facciata o per assistere agli eventi all’aperto. Le colonne del pronao, la
cupola e le decorazioni scolpite trasmettono una sensazione di solennità che si percepisce ancora
prima di varcare la soglia.
All’interno, la sala è un capolavoro di eleganza: palchi sovrapposti, stucchi dorati, velluti rossi e
un’acustica considerata tra le migliori d’Europa. Il sipario su cui si aprono le produzioni liriche e
sinfoniche incornicia una programmazione che alterna titoli classici, balletto, musica contemporanea e
eventi speciali. Il teatro ha inoltre una lunga tradizione di collaborazioni internazionali ed è una
delle istituzioni culturali più attive del Sud Italia.
Le visite guidate sono una delle esperienze più apprezzate: permettono di accedere al
palco reale, alla platea, ai foyer storici e ad alcune aree dietro le quinte, dove si percepisce il
lavoro nascosto che sostiene gli spettacoli. Le guide raccontano aneddoti, curiosità e dettagli della
costruzione che non emergono durante una normale serata a teatro.
Il Teatro Massimo è anche un punto nevralgico della vita cittadina: la piazza antistante ospita
manifestazioni culturali, concerti all’aperto e momenti di vita quotidiana. Al tramonto, quando la
facciata si colora di toni caldi, l’edificio assume un’atmosfera particolarmente suggestiva che rende
la visita indimenticabile anche per chi non assiste a uno spettacolo.
Consigli pratici per il Teatro Massimo
- Visite guidate: sono disponibili ogni giorno a intervalli regolari; durano circa
30–40 minuti e includono palco reale, platea e foyer.
- Spettacoli serali: arrivare almeno 30 minuti prima per ritirare i biglietti e
godersi la piazza. Gli spettacoli iniziano puntuali.
- Dove sedersi: platea e palchi di primo ordine offrono la migliore esperienza
acustica; i palchi superiori sono ideali se preferisci un colpo d’occhio generale sulla sala.
- Fotografie: consentite solo durante le visite guidate e non durante gli spettacoli.
- Combinazioni vicine: dopo la visita puoi raggiungere il Mercato del Capo in meno di
cinque minuti a piedi oppure passeggiare verso via Maqueda pedonale.
Sito ufficiale: Fondazione Teatro Massimo – Sito ufficiale
15. Oratorio di Santa Zita
Nascosto nella tranquilla Via Valverde, l’Oratorio di Santa Zita è un gioiello barocco decorato da Giacomo Serpotta e dai suoi allievi. Questo piccolo ma prezioso oratorio, costruito tra il XVII e il XVIII secolo, è un esempio straordinario della maestria scultorea del grande artista palermitano.
Gli interni dell’oratorio sono un tripudio di stucchi: figure di angeli, putti e allegorie si intrecciano in composizioni dinamiche e raffinate. Le decorazioni non sono solo estetiche, ma raccontano storie bibliche e scene sacre che trasmettono un senso di devozione e bellezza senza pari.
L'Oratorio di Santa Zita è una tappa imprescindibile per chi vuole immergersi nell’arte barocca siciliana e apprezzare il talento di Serpotta, che qui raggiunge uno dei suoi vertici creativi.
16. Chiesa di San Giorgio dei Genovesi
Lungo la Via Valverde si giunge alla Piazza San Giorgio dei Genovesi, dominata dall’omonima chiesa. Questo edificio tardo-rinascimentale, costruito nel XVI secolo, fu realizzato dalla ricca comunità genovese residente a Palermo.
La chiesa colpisce per la sua sobrietà e armonia architettonica, tipica del Rinascimento italiano. L’interno, pur essendo meno sfarzoso rispetto ad altre chiese palermitane, custodisce opere d’arte di grande pregio, che testimoniano il legame tra Palermo e Genova durante il periodo mercantile.
Non lontano, la Piazza XIII Vittime commemora le vittime della mafia, con un monumento simbolico.
17. La Cala
La Cala è il porto storico di Palermo, un’insenatura a ferro di cavallo che in passato costituiva il centro della vita
marinara e commerciale. Oggi è una marina turistica con ormeggi per barche e yacht, ma conserva ancora il fascino
del rapporto tra città e mare. Una passeggiata lungo la banchina offre belle viste sui quartieri storici retrostanti
e sulle colline che chiudono la baia.
La zona è stata oggetto di interventi di riqualificazione: panchine, percorsi pedonali e piste ciclabili permettono
di vivere il porto anche come spazio di relax quotidiano. È un punto ideale per una passeggiata serale, magari
abbinata a una cena nei ristoranti di pesce vicini.
18. Piazza Marina e Palazzo Chiaramonte-Steri
Piazza Marina è uno degli spazi verdi più suggestivi del centro storico, dominata dagli enormi ficus del Giardino Garibaldi,
con radici aeree e tronchi monumentali che creano angoli d’ombra spettacolari. Attorno alla piazza si allineano
palazzi signorili che raccontano il passato aristocratico della città, molti dei quali oggi ospitano istituzioni
o sedi universitarie.
Su uno dei lati della piazza si affaccia Palazzo Chiaramonte-Steri, residenza della potente famiglia
Chiaramonte e in seguito sede dell’Inquisizione. Il percorso di visita consente di accedere ai cortili, alle sale
storiche e alle cosiddette “carceri dei penitenziati”, dove i prigionieri lasciarono graffiti e iscrizioni di grande
impatto emotivo sulle pareti.
19. Galleria Regionale di Palazzo Abatellis
Palazzo Abatellis, elegante edificio gotico-catalano nel quartiere della Kalsa, ospita la Galleria Regionale della Sicilia.
Il museo conserva opere fondamentali come il celebre Trionfo della Morte, grande affresco staccato proveniente
dall’antico ospedale della città, e l’Annunziata di Antonello da Messina, considerata uno dei capolavori
assoluti del Rinascimento italiano.
L’allestimento è stato studiato da Carlo Scarpa, che ha creato un dialogo raffinato tra architettura storica, opere d’arte
e elementi contemporanei di supporto, rendendo la visita interessante anche dal punto di vista museografico.
20. Chiesa della Gancia e Oratorio della Madonna della Pietà
La chiesa della Gancia è legata a episodi importanti del Risorgimento siciliano, in particolare ai moti del 1860,
quando alcuni patrioti trovarono rifugio al suo interno. Accanto alla chiesa, l’oratorio della Madonna della Pietà
conserva stucchi, pitture e decorazioni che raccontano il gusto delle confraternite cittadine tra Sei e Settecento.
21. Chiesa di San Francesco d’Assisi e Oratorio di San Lorenzo
La chiesa di San Francesco d’Assisi è uno dei più importanti edifici gotico-angioini di Palermo, con facciata
semplice e interno ampio, arricchito nel tempo da altari e cappelle laterali. Nel corso dei secoli ha subito
danni e restauri, ma conserva ancora oggi un forte valore storico e devozionale.
Poco distante si trova l’oratorio di San Lorenzo, celebre per gli stucchi di Giacomo Serpotta e per essere stato
in passato la sede della Natività di Caravaggio, purtroppo trafugata alla fine degli anni Sessanta.
Le pareti ricoperte di figure allegoriche in stucco, candide e teatrali, sono un punto di riferimento per chi
ama l’arte barocca siciliana.
22. Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas”
Il Museo Archeologico Salinas è un luogo fondamentale per comprendere la storia antica della Sicilia.
Non è solo una raccolta di reperti, ma una testimonianza viva delle culture che hanno abitato
l’isola: Fenici, Greci, Romani, Sicani e popolazioni locali che nel corso dei millenni hanno lasciato
tracce dell’incredibile ricchezza culturale del Mediterraneo occidentale.
Il museo sorge in un antico convento settecentesco, restaurato con grande attenzione per mantenere
intatta la struttura originaria. I suoi chiostri interni, luminosi e austeri, accompagnano il
visitatore in un percorso che alterna ambienti suggestivi e sale espositive moderne. È uno dei
musei più importanti d’Italia per estensione e qualità delle collezioni.
La sezione più celebre è quella dedicata a Selinunte, con le imponenti metope dei templi, rilievi che un tempo decoravano gli edifici sacri della colonia
greca. Le figure scolpite — divinità, eroi, creature mitologiche — rivelano la straordinaria abilità
degli scultori e l’importanza del culto nell’antichità. Accanto alle metope trovi manufatti votivi,
iscrizioni, ceramiche e oggetti quotidiani recuperati nelle aree dei santuari.
Di grande interesse anche la sezione fenicio-punica, che custodisce amuleti, stele, sarcofagi
intagliati e oggetti che raccontano la presenza di Cartagine in Sicilia. I materiali greci e romani
completano un quadro ampio e articolato, utile per tracciare una linea temporale continua dalla
preistoria fino all’età imperiale.
Il museo dedica spazio anche alla ricerca archeologica moderna, con pannelli, ricostruzioni 3D e
sezioni didattiche che rendono l’esperienza accessibile a tutti. Si esce con la sensazione di aver
attraversato non una “collezione”, ma una narrazione ben costruita di cosa fosse la Sicilia nel mondo
antico e di quanto abbia influenzato la storia del Mediterraneo.
Consigli pratici per il Museo Salinas
- Durata ideale: 1,5–2 ore per seguire il percorso completo con calma. Le metope e
la sezione fenicia meritano qualche minuto in più.
- Momento migliore: mattina o primo pomeriggio. I chiostri sono più silenziosi e la
luce naturale esalta gli spazi espositivi.
- Consigli per famiglie: le ricostruzioni, i modelli e le spiegazioni semplificate
rendono il museo molto adatto anche ai bambini interessati a storia e archeologia.
- Abbinamenti vicini: il museo si trova tra via Roma e il porto; perfetto da
combinare con una passeggiata verso La Cala o con una visita al Teatro Massimo.
- Fotografie: vietato l’uso del flash; la luce nei chiostri è ideale per scatti
equilibrati.
Sito ufficiale: Museo Archeologico Salinas – Pagina istituzionale
23. Parco della Favorita
Situato a nord-ovest della città, il Parco della Favorita è una delle aree verdi più ampie di Palermo. Creato nel 1799 da Ferdinando III di Borbone, il parco è un’oasi di tranquillità e natura, ideale per chi desidera una pausa dal ritmo frenetico della città.
Attrazioni del Parco
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Palazzina Cinese:
- Un eccentrico edificio costruito in stile neoclassico con influenze orientali. Purtroppo, è spesso in restauro, ma resta un elemento iconico del parco.
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Giardini all’Italiana:
- Sebbene in parte trascurati, i giardini offrono scorci suggestivi con piante rare e alberi secolari.
-
Museo Etnografico Pitré:
- Fondato nel 1909, il museo è dedicato alla cultura e alle tradizioni popolari siciliane. Tra i reperti esposti, si trovano strumenti musicali, abiti tradizionali, carretti siciliani decorati e oggetti legati alla vita quotidiana e alle feste religiose. Il museo è un tuffo nel folclore siciliano, perfetto per chi vuole scoprire l’anima autentica dell’isola.
24. Castello della Zisa e Museo d’Arte Islamica
La Zisa è un antico palazzo di delizie di origine normanna, ispirato alle residenze dell’Islam mediterraneo. La sua
architettura è pensata per garantire comfort climatico e giochi d’acqua: l’ambiente centrale, la cosiddetta sala della Zisa,
era attraversato da un sistema di canalette e fontane che contribuivano a rinfrescare l’aria nei mesi più caldi.
Oggi il complesso ospita un museo dedicato all’arte islamica in Sicilia, con oggetti, iscrizioni e reperti che testimoniano
la presenza e l’influenza delle culture arabe sull’isola. Dalle finestre e dalle terrazze si colgono scorci sul tessuto
urbano circostante, aiutando a immaginare come doveva apparire la campagna attorno alla città in epoca medievale.
25. Mondello
Mondello è la spiaggia simbolo di Palermo: un arco di sabbia chiara bagnato da un mare che, nelle giornate limpide,
assume tutte le sfumature di azzurro e turchese. La presenza di stabilimenti balneari, lidi attrezzati e aree di spiaggia
libera la rende molto frequentata nei mesi estivi, quando diventa il “salotto marino” dei palermitani.
Alle spalle del lungomare si trovano numerose ville liberty costruite a cavallo tra Ottocento e Novecento,
che raccontano la stagione più mondana della borghesia cittadina. Dalla zona di Mondello si possono intraprendere anche percorsi
verso la Riserva di Capo Gallo o salire verso le pendici del Monte Pellegrino, per abbinare mare e trekking panoramico.
26. Duomo di Monreale
Il Duomo di Monreale è il capolavoro assoluto dell’arte normanna in Sicilia e una delle chiese medievali più
importanti d’Europa. Fu voluto da Guglielmo II d’Altavilla, detto “il Buono”, alla fine del XII secolo come
cattedrale e insieme come affermazione del proprio potere: una chiesa monumentale, capace di competere con le grandi
cattedrali del continente e con il vicino complesso palermitano di Palazzo dei Normanni.
L’esterno, con la facciata fiancheggiata da due torri (una oggi tronca), è relativamente sobrio rispetto
allo sfarzo interno. I veri gioielli sono l’abside e la parte posteriore, dove si leggono chiaramente gli intrecci
di archetti intrecciati, intarsi in pietra lavica e arenaria e motivi geometrici di chiara influenza islamica:
un linguaggio decorativo che racconta visivamente il dialogo tra culture diverse nella Sicilia normanna.
Varcata la soglia, l’impatto è immediato: un’enorme navata a tre corsie, sorretta da colonne di granito e marmo
con capitelli scolpiti, conduce lo sguardo verso il catino absidale, dominato dalla gigantesca figura del Cristo Pantocratore. Lo sguardo di Cristo, circondato da un’aureola dorata, è uno dei simboli più
potenti dell’iconografia mediterranea medievale e da solo vale il viaggio.
Le pareti sono interamente ricoperte da circa 6.000 m² di mosaici su fondo oro, realizzati da maestranze
bizantine, latine e locali. I cicli figurativi seguono un ordine preciso: nella navata superiore si svolgono le
storie dell’Antico Testamento (dalla Creazione di Adamo ed Eva a Noè, Abramo, Mosè), mentre nella parte absidale
trovano spazio scene del Nuovo Testamento e della vita di Cristo. Colpisce la capacità narrativa di queste immagini,
pensate per essere “lette” anche da un pubblico in gran parte analfabeta.
L’atmosfera è particolarmente suggestiva quando la luce naturale, filtrando dalle finestre, si riflette sulle tessere
d’oro, facendo letteralmente “vibrare” le superfici. In alcune ore del giorno, il contrasto tra le zone più in ombra
e le figure illuminate crea una sensazione quasi teatrale, che amplifica la percezione di profondità degli spazi.
Accanto alla basilica si trova il chiostro benedettino, collegato al complesso monastico originario.
È uno dei chiostri più belli d’Italia: un quadrato perfetto con al centro una piccola fontana, circondato da una teoria
di colonne gemine, tutte diverse, decorate con motivi vegetali, animali, scene bibliche e simboliche. Molte colonne
presentano intarsi di pasta vitrea e pietre colorate, mentre i capitelli scolpiti raccontano episodi dell’Antico e
del Nuovo Testamento o scene legate al mondo cavalleresco e alla vita quotidiana del Medioevo.
In alcune aree del complesso è possibile accedere ai camminamenti superiori e ai tetti, da cui si gode una vista
spettacolare sulla Conca d’Oro: il territorio coltivato a agrumeti, oliveti e campi che circonda
Palermo e sale verso le montagne. Questo affaccio aiuta a comprendere anche il rapporto tra Monreale, il suo Duomo
e il paesaggio che li circonda.
Il Duomo di Monreale, insieme alla Cattedrale di Palermo e a quella di Cefalù e ad altri monumenti cittadini, fa parte
del sito seriale UNESCO “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”, riconosciuto per l’eccezionale
fusione di elementi architettonici e decorativi latini, bizantini e islamici. Una tappa che, in un viaggio a Palermo,
merita almeno mezza giornata dedicata solo a questo complesso e al tranquillo borgo che lo circonda.
Consigli pratici per il Duomo di Monreale
- Come arrivare da Palermo: Monreale si raggiunge in autobus di linea dalla zona centrale di Palermo
(vicinanze stazione o corso principale) oppure in taxi/NCC. In auto privata considera che, soprattutto nei festivi,
la ricerca del parcheggio può richiedere un po’ di tempo.
- Biglietti e percorsi: l’accesso alla basilica può avere modalità diverse rispetto a chiostro, terrazze
e aree museali. Informati in biglietteria su eventuali biglietti separati o combinati e sui percorsi inclusi
(solo visita interna, chiostro, camminamenti, ecc.).
- Durata consigliata: prevedi almeno 1,5–2 ore per Duomo, chiostro e una breve passeggiata nel borgo.
Se vuoi salire sui camminamenti superiori e fermarti per foto e panorami sulla Conca d’Oro, aggiungi ulteriore margine.
- Momento migliore della giornata: mattina o tardo pomeriggio, quando la luce è più morbida e i mosaici
risplendono senza abbagliare. Nei mesi più caldi, evita le ore centrali per non trovarti nelle fasce di maggiore afflusso.
- Abbigliamento e rispetto del luogo: come in ogni chiesa in funzione, sono raccomandati spalle coperte
e abiti non troppo corti. Mantieni un tono di voce basso e segui le indicazioni del personale, soprattutto nelle aree
destinate alla preghiera.
- Fotografie: le foto senza flash sono generalmente tollerate negli spazi turistici, ma è sempre bene
verificare la segnaletica in loco e rispettare eventuali divieti in alcune cappelle o durante le celebrazioni.
- Pausa caffè o pranzo: dopo la visita puoi fermarti nel piccolo centro storico di Monreale, lungo il corso
o nelle vie adiacenti al Duomo, dove trovi bar, pasticcerie e locali tipici per assaggiare dolci siciliani, granite
e piatti della tradizione.
Sito ufficiale: Duomo di Monreale – sito ufficiale