√ Itinerario di viaggio nelle nazioni dell'Asia centrale

Samarcanda, Buharà e Khiva sono nomi prestigiosi che evocano l'impero di Tamerlano e due mondi feudali islamici rimasti quasi intatti sino agli inizi del secolo. La visita di queste città rappresenta la principale attrattiva di questa regione, dove però oltre agli storici monumenti, fra i più notevoli della civiltà musulmana in Asia, il viaggiatore vedrà ovunque opere pubbliche, bonifiche agricole ed impianti industriali, che hanno dato una seconda fisionomia all'intero territorio. Ashabad, cosi pure Dusanbe, Bishkek ed Alma-Ata, sono delle città essenzialmente moderne, ricche di parchi e giardini, dove talvolta l'architettura dei notevoli e numerosi edifici pubblici e culturali ha cercato di interpretare lo stile locale. I musei nazionali di queste città evocano la vita e la storia del Turkmenistan, del Tagikistan, del Kirghizistan e del Kazakistan. Almaty è particolarmente attraente per il suo arioso urbanesimo e per l'estensione dei suoi spazi verdi a cui fan da sfondo le vette ghiacciate dell'Alatau. La città potrà, inoltre, essere base per la visita di Dzambul con i monumenti dell'antica Taraz, storico centro sulla via della seta, nonché per recarsi al bellissimo lago Issyk nel Kirgizistan. A Taskent la fusione fra i due volti russo ed uzbeco è particolarmente sensibile sia nell'aspetto della moderna grande città sia nella presenza di un piccolo nucleo dell'antica città orientale, notevoli sono il Museo nazionale e gli spettacoli di balletti e di danze locali e interessante la visita alle piantagioni di cotone. A Samarcanda, accanto alla città moderna ed agli scavi della primitiva città Afrasiab, sorge la città medievale di Tamerlano, antica metropoli del mondo musulmano, con lo scintillio delle sue cupole turchesi e delle piastrelle multicolori. Vero museo dell'architettura musulmana in Asia Centrale è Buharà, che più di ogni altra città della regione ha conservato il suo aspetto orientale, anche se spesso soverchiata dalla immigrazione russa e modernizzata nelle nuove generazioni, la popolazione locale con le sue differenti razze aggiungerà altro motivo di interesse alla città. In questo itinerario non deve mancare assolutamente la visita di Khiva.
Cucina - Esistono tante varietà di pilaf (piatto a base di riso), quante sono le città dell'Asia centrale. Lo stesso dicasi degli spiedini (saslyk) di montone o d'agnello, grigliati sul fuoco di legna, profumati con spezie e accompagnati da riso e legumi. La cucina arabo-turca usa anche pesce d'acqua dolce; la carne di maiale, invece, non compare, tranne che presso i Russi, soprattutto
nel Kazakhstan. I meloni dell'Asia centrale, enormi (fino a 30 kg), a forma oblunga e molto apprezzati, sono buonissimi, come, del resto, la maggior parte della frutta, delle insalate, dei legumi e dei latticini (i formaggi freschi di cammella sono da assaggiare). Il té verde,è la bevanda più comune, sempre offerta. Nonostante la legge coranica li proibisca, gli alcolici e i vini sono molto diffusi e apprezzati, specie dagli Uzbechi. In tutta la regione, la cena del sabato sera è luculliana e preceduta da danze che sono guidate dalle donne; in Uzbekistan, essa ha come piatto centrale il ploff, pietanza tradizionale a base di riso, di montone e di legumi, la preparazione della quale è riservata agli uomini, e la chorpa, minestra a base di patate e carne.
Folklore - In ogni città, borgata o semplice aul (villaggio di tende e capanne), tutte le occasioni sono buone per far festa. Dividere il cibo è sempre stato simbolo di amicizia presso i musulmani: offrire un pasto allo straniero è un piacere e un dovere.
Gli sport nazionali sono i giochi equestri e la lotta. Le nozze e tutte le feste coraniche sono un pretesto per organizzare manifestazioni diverse: concerti sotto la tenda, danze, gare di cavalieri come il «riprendi la fidanzata» (kyzkuu) dei Kazachi, o la lotta turca (komach) in Uzbekistan, la lotta a cavallo (ogdarys) dei Kirghisi, la caccia con l'aquila dei Turkmeni o la «festa dei fiori», che si svolge ovunque. E impossibile fare un elenco e un calendario, in quanto le feste si svolgono dappertutto, a ogni momento, organizzate da clubs (squadre) come quello dei lottatori, che ha molti iscritti nel solo Uzbekistan. L'epopea eroica è recitata da bardi (poeti cantori); le giostre sportive (combattimenti) e le feste galanti sono diffuse dappertutto, anche nelle varie comunità di nomadi. Ci troviamo qui nell'imprevedibile mondo dei djiguiti (cavalieri), dove il semplice passaggio dall'infanzia all'adolescenza da luogo a una cerimonia. quella della consegna dello scudiscio.
Prodotti artigianali - Il famoso berretto di feltro ricamato (tiubeteika) degli Uzbechi e dei Tagiehi. gli straordinari copricapo foderati di pelliccia dei Kirghisi e dei Turkmeni, gli strumenti musicali tagichi e gli innumerevoli oggetti del ricco artigiariato delle cinque repubbliche non si trovano tanto facilmente in commercio. Lo stesso dicasi della porcellana (la più bella è quella di Taskent), delle tazze, delle stoviglie dei pannelli di tessuto, dei bellissimi cuoi sbalzati.
Gli abiti e i tessuti si possono acquistare direttamente alla fabbrica o negli spacci. È possibile però trovarli anche in alcuni negozi, che offrono pure dischi di musica orientale, bambole, stampe e oggetti religiosi.
Infine, sarà molto divertente visitare i grandi bazar di Bukhara. Samarcanda e Khiva, dove si possono comperare pipe musulmane, pizzi e ricami, oggettini di corno o di legno, cuscini, stoffe, vasellame uzbeco, lane turkmene e gioielli artigianali. Più difficile sarà scovare monete e altri piccoli oggetti trovati negli scavi e fra le rovine. Nel XIX secolo il grande bazar di Bukhara era già considerato il più interessante del mondo musulmano. Le belle sete, gli oggetti cesellati, le pelli di astrachan (astrakan) si trovano ovunque e vengono vendute bevendo del té. Le laboriose e lunghe trattative sono a volte sorvegliate da guardiani che esclamano: «Potch! Potch!» (Attenzione!). I paurosi e i cardiopatici, per evitare i rischi di una specie di mercato nero generalizzato, faranno bene a disertare le stradine percorse da asinelli e le moschee rivestite di mattonelle di maiolica azzurra, e a recarsi a fare i loro acquisti alla Berjozka del loro albergo (tenere presente che la più fornita è quella di Taskent), meno folcloristica ma sicuramente più tranquilla. In ogni caso, si è sicuri di trovarvi un ricco campionario della produzione locale.