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Il Libano, una piccola nazione situata lungo la costa orientale del Mediterraneo, ha una storia che risale a migliaia di anni fa. La sua posizione geografica lo ha reso un crocevia tra Oriente e Occidente, e questa intersezione di culture ha influenzato profondamente lo sviluppo del paese. Dalle antiche città-stato fenicie all'era moderna, la storia del Libano è caratterizzata da conquiste, conflitti religiosi e lotte per l'indipendenza.
Il territorio che oggi conosciamo come Libano è stato popolato sin dal Paleolitico, ma la sua storia come centro di civiltà inizia con i Fenici, una delle più antiche civiltà marittime del mondo. Le città-stato fenicie, come Byblos, Sidone, Tiro e Berito (l'attuale Beirut), emersero lungo la costa libanese nel II millennio a.C. Queste città fiorirono grazie alla loro abilità nel commercio marittimo e nell'artigianato, diventando famose per la produzione di legno di cedro, porpora e manufatti in vetro. I Fenici sono anche noti per aver sviluppato uno dei primi alfabeti, che influenzò successivamente le scritture greche e latine.
Byblos, una delle più antiche città continuamente abitate al mondo, era un centro importante per il commercio e la cultura. Tiro, invece, si distinse per le sue potenti flotte navali e la sua espansione coloniale, fondando città come Cartagine. Queste città-stato rimasero indipendenti e prosperarono fino all'avvento degli Assiri, seguiti dai Babilonesi e infine dai Persiani.
Nel 332 a.C., il Libano fu conquistato da Alessandro Magno e successivamente integrato nell'Impero Romano. Sotto il dominio romano, il Libano divenne una provincia prospera e un centro di commercio e cultura. Le città libanesi come Baalbek (nota in epoca romana come Heliopolis) divennero famose per i loro grandiosi templi e le loro infrastrutture, alcune delle quali sono ancora visibili oggi.
Nel IV secolo d.C., il Libano fu cristianizzato sotto l'influenza dell'Impero Romano d'Oriente (Bizantino). Questo processo di conversione non fu immediato, ma nel corso dei secoli il cristianesimo divenne la religione predominante, specialmente nelle regioni montuose. Il cristianesimo libanese si sviluppò in modo peculiare, con la comunità maronita che mantenne la propria autonomia religiosa e politica, in particolare dopo la separazione dalla Chiesa ortodossa e l'alleanza con il Papato di Roma.
Nel VII secolo, con l'espansione degli eserciti arabi, il Libano entrò nell'orbita islamica. Tuttavia, l'islamizzazione del paese avvenne lentamente, e molte comunità cristiane riuscirono a mantenere la loro fede. La dinastia dei Fatimidi, seguita da quella degli Ayyubidi e dei Mamelucchi, governò il Libano fino all'inizio del XVI secolo, quando il paese cadde sotto il controllo dell'Impero Ottomano.
Sotto il dominio ottomano, il Libano mantenne una certa autonomia grazie al sistema del "mutasarrifato", che riconosceva l'importanza delle diverse comunità religiose. Tuttavia, le tensioni religiose continuarono a crescere, con occasionali scontri tra cristiani maroniti e musulmani drusi. Queste tensioni furono esacerbate dalle persecuzioni religiose a opera degli Ottomani, specialmente nel XIX secolo, che portarono all'intervento delle potenze europee, in particolare della Francia, in difesa dei cristiani.
Dopo la sconfitta dell'Impero Ottomano nella Prima Guerra Mondiale, il Libano fu posto sotto mandato francese nel 1920, in seguito all'accordo Sykes-Picot. Durante questo periodo, la Francia favorì lo sviluppo delle infrastrutture e delle istituzioni educative, ma il mandato fu anche segnato da tensioni tra i vari gruppi religiosi e dalle crescenti richieste di indipendenza.
Nel 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Francia promise l'indipendenza al Libano, che venne formalmente concessa nel 1943. Tuttavia, le truppe francesi non lasciarono il paese fino al 1946. Con l'indipendenza, venne istituito un sistema politico basato sul cosiddetto "confessionalismo", che distribuiva i poteri tra le varie comunità religiose. Questo sistema, pur garantendo un equilibrio iniziale, avrebbe successivamente contribuito all'instabilità politica.
Il periodo successivo all'indipendenza fu segnato da tensioni regionali, in particolare con la creazione dello Stato di Israele nel 1948 e l'afflusso di rifugiati palestinesi in Libano. Questo aumento della popolazione musulmana alterò gli equilibri demografici, contribuendo a una crescente instabilità politica.
Dopo la guerra del 1967 tra Israele e i paesi arabi, molti palestinesi si rifugiarono in Libano, destabilizzando ulteriormente il fragile equilibrio. Il tentativo del governo libanese di limitare l'influenza dei gruppi palestinesi culminò in un sanguinoso conflitto interno, che sfociò nella guerra civile libanese del 1975.
La guerra civile durò 15 anni, provocando centinaia di migliaia di morti e la distruzione di gran parte del paese, inclusa la capitale Beirut. Durante la guerra, vari gruppi religiosi e milizie politiche si scontrarono, mentre potenze regionali come Israele e Siria intervennero militarmente.
Nel 1991, con la firma degli Accordi di Ta'if, la guerra civile giunse al termine e iniziò un lento processo di ricostruzione. Tuttavia, il Libano ha continuato a essere influenzato dalle tensioni regionali, in particolare con il conflitto israelo-palestinese e la presenza di gruppi armati come Hezbollah. Oggi, il Libano è un paese che lotta ancora con le conseguenze della guerra civile, le crisi politiche interne e le sfide economiche.