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Campionario di vari ambienti naturali africani, dalle steppe saheliane dell'estremo nord, alle savane del centro, alle fitte ed umide foreste equatoriali del sud, la Repubblica Centrafricana è ancora un'Africa abbastanza genuina nelle sue genti ed anche un'Africa povera nonostante le grandi riserve minerarie di diamanti e di uranio. La stagione migliore per il viaggio va da novembre ad aprile, stagione asciutta ed unica idonea per i safari; nella regione delle foreste del Sud questa stagione non è però esente da qualche pioggia.
L'artigianato locale offre sculture in ebano, oggetti d'avorio, ecc.
La lingua francese è ben conosciuta, oltre ad essere anche lingua ufficiale. Buoni alberghi e ristoranti si trovano a Bangui, altri più semplici a Bambari, Bangassou, Ndélé. La cucina è prevalentemente francese.
Partire da Bangui, la vivace capitale della Repubblica Centrafricana, offre l'opportunità di intraprendere un viaggio ricco di esperienze eclettiche. La "promenade de la comiche" e il Museo Boganda sono tappa obbligata per coloro che desiderano immergersi nella storia e nella cultura del paese.
Proseguendo verso le foreste equatoriali del Sud, la regione di Mbaìki nel Lobaye si rivela un tesoro di biodiversità, abitata dai pigmei, custodi di antiche tradizioni. Le spettacolari cascate di Boali incantano i visitatori, mentre una breve gita in battello sull'Oubangui offre affascinanti visioni delle regioni equatoriali del Paese.
L'itinerario si arricchisce con la visita dei misteriosi megaliti chiamati "tajunu" nella regione di Bouar, testimonianza di una lontana civiltà preistorica. Immersi nello scenario delle erte montagne, questi antichi monumenti raccontano storie quasi dimenticate.
Per gli amanti della natura, le savane nord-orientali offrono emozionanti safari fotografici. Le città del Nord, tra cui Ouadda, Birao e Ndélé, fungono da basi per esplorare riserve e parchi nazionali, come Haute-Kotto, André-Félix, Bangoran-Bamingui e molti altri.
Il Parco Nazionale di Manovo-Gounda St Floris, insignito del titolo di sito Unesco, rappresenta una testimonianza preziosa della fauna centrafricana. Tuttavia, sfide come il bracconaggio e la pastorizia abusiva minacciano la ricchezza biologica di questo ecosistema unico. Il Parco ospita una vasta gamma di specie, ma la maggiore concentrazione di fauna selvatica è stata compromessa dagli impatti negativi delle attività umane, specialmente entro gli antichi confini del Parco St. Floris. Tra le specie più colpite figurano la giraffa, l'elefante africano, che ha subito una drastica perdita tra il 1981 e il 1984, e il rinoceronte nero, la cui popolazione si è ridotta a soli dieci individui. Anche altre specie, come il kob e il bufalo, sono vittime del bracconaggio in alcune occasioni.
I fiumi Gounda e Koumbala, con le loro fitte foreste a galleria, costituiscono un habitat unico dominato da uno strato arboreo imponente. Le loro sponde accolgono una varietà di specie, tra cui spicca la presenza del coccodrillo del Nilo. La savana aperta di Manovo è l'habitat ideale per la gazzella dalla fronte rossa, che trova qui il limite della sua distribuzione geografica. Il parco ospita anche predatori come il leopardo, il ghepardo e una discreta popolazione di licaoni.
Preservare il Parco Nazionale di Manovo-Gounda St Floris è essenziale per garantire la sopravvivenza di queste specie e la conservazione di un patrimonio naturale mondiale. Sforzi congiunti a livello nazionale e internazionale sono necessari per contrastare le minacce e garantire un futuro sostenibile per questo straordinario ecosistema.
Il Dzanga-Sangha National Park, situato nella parte sud-ovest della Repubblica Centrafricana al confine con Camerun e Congo, emerge come un gioiello nascosto che ancora attrae appassionati di natura e avventurieri. In una nazione ricca di bellezze naturali, questo parco si distingue per la sua diversità biologica e la sua importanza conservativa.
Il villaggio di Bayanga, posizionato sulle rive del fiume Sangha, funge da porta d'ingresso al parco e offre ospitalità ai visitatori desiderosi di esplorare questa riserva unica. Nonostante la sua dimensione modesta, Bayanga accoglie i visitatori con il calore della sua comunità e offre una serie di piccoli alberghi che garantiscono sistemazioni semplici.
Il Dzanga-Sangha National Park è rinomato per la sua ricca fauna, che include elefanti di foresta, gorilla di pianura occidentale e numerose specie di primati. Le foreste pluviali del parco offrono un habitat incontaminato, dove rare specie di uccelli e altri animali selvatici prosperano.
Dove si trovano: circa 100 km a nord-ovest di Bangui, lungo la strada principale che conduce verso Bouar.
Caratteristiche: le cascate sono tra le più spettacolari dell’Africa centrale, con un salto di circa 50 metri che, in stagione delle piogge (da maggio a ottobre), diventa un fragoroso muro d’acqua che si divide in più getti.
Paesaggio: circondate da vegetazione lussureggiante, regalano panorami mozzafiato, soprattutto quando il sole crea arcobaleni nella nebbia dell’acqua.
Attività: trekking e passeggiate fino alla base delle cascate; possibilità di fotografare il contrasto tra la potenza dell’acqua e la foresta circostante; visite ai villaggi vicini per conoscere la vita rurale locale.
Periodo migliore: stagione delle piogge per ammirare la massima portata, stagione secca per avventurarsi più facilmente nei dintorni.
Le Cascate Boali sono spesso considerate una delle “cartoline naturali” del Paese e rappresentano un’escursione ideale in giornata da Bangui.
Posizione: nel nord-est del Paese, al confine con il Sudan.
Superficie: circa 1700 km².
Ambiente naturale: un parco poco conosciuto ma di grande valore ecologico, con paesaggi di savana arborata e boscaglia che si alternano a zone fluviali. È un’area di transizione tra la savana sudanese e le foreste equatoriali.
Fauna: predatori come leoni, leopardi e ghepardi; elefanti e bufali; varietà di antilopi, tra cui il kob e il topi; avifauna molto ricca, con specie rare dell’Africa centrale.
Importanza: è parte di un ecosistema condiviso con il Sudan, che lo rende cruciale per le migrazioni della fauna; poco toccato dal turismo, è un paradiso per chi cerca un safari “pionieristico”, lontano dai circuiti di massa.
Accessibilità: la zona è remota e difficilmente raggiungibile, richiede preparazione logistica, guide esperte e mezzi fuoristrada; è una destinazione indicata solo per viaggiatori esperti o spedizioni naturalistiche.
Il Parco Nazionale André Félix è considerato una delle aree selvagge più autentiche dell’Africa centrale: un luogo dove la natura regna ancora incontrastata e dove l’esperienza è quella di un vero safari d’avventura.