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Le Isole Comore, un arcipelago situato nell'Oceano Indiano tra la costa orientale dell'Africa e il Madagascar, possiedono una storia ricca e complessa, caratterizzata da influenze africane, arabe ed europee.
All'inizio del XIX secolo, le Isole Comore erano al centro di una contesa tra i regni Sakalava e Merina del Madagascar. Nel 1841, un principe Sakalava chiese aiuto alla Francia per difendersi da un principe Merina. Questo intervento portò i francesi a stabilirsi a Mayotte nel 1843, con un trattato di protezione col sovrano locale. Contemporaneamente, gli inglesi aprirono un consolato ad Anjouan, mentre Mohéli e Grande Comore si posero sotto la protezione del sultano di Zanzibar.
L'interesse inglese per l'arcipelago diminuì dopo l'apertura del Canale di Suez, che rese meno importanti le rotte africane. Tuttavia, la Germania imperiale si mostrò interessata alle Comore, stabilendo una base a Grande Comore nel 1884. Questo portò la Francia a occupare tutto l'arcipelago e a sviluppare alcune attività di piantagione.
Nel 1909, grazie a Lèon Humblot, l'ultimo sultano locale abdicò e il protettorato francese si trasformò in colonia. La Francia amministrò le isole come una dipendenza del Madagascar, trascurando di fornire servizi sociali e concentrandosi sull'agricoltura di piantagione.
Dopo la seconda guerra mondiale, con l'aumento della popolazione dovuto all'immigrazione dall'India, la situazione sociale, sanitaria ed economica delle Comore peggiorò rapidamente. Nel 1946, l'arcipelago entrò nell'Unione Francese e nel 1958 aderì spontaneamente alla Comunità Francese, ottenendo una certa autonomia da Parigi.
Le prime richieste di autonomia risalgono agli anni '70, ma la Francia rispose proponendo un referendum isola per isola, rifiutandosi di considerare l'arcipelago come un'entità politica unica. Le elezioni del 1972 portarono alla vittoria il partito indipendentista, ma solo nel dicembre 1974 la Francia minacciò di non riconoscere l'esito del referendum che prevedeva l'indipendenza senza la partecipazione di Mayotte.
Il 7 luglio 1975, Ahmed Addallah proclamò unilateralmente l'indipendenza delle Comore, ma pochi giorni dopo un colpo di stato pose Ali Soilih a capo del governo. Inizialmente filofrancese, Soilih dovette opporsi alla continua interferenza francese, che rispose tagliando i crediti e rimpatriando il personale tecnico, lasciando le isole senza medici, insegnanti e tecnici.
Soilih tentò di implementare politiche progressiste e di austerità, riformando l'amministrazione pubblica e cercando di sradicare alcune consuetudini sociali sostenute dal clero islamico. Tuttavia, la vecchia casta amministrativa reagì con violenza e, con l'aiuto del mercenario francese Bob Denard, rovesciò il governo di Soilih il 13 maggio 1978.
Dopo il colpo di stato, le Comore adottarono una nuova Costituzione, trasformandosi in una repubblica federale e islamica. Negli anni '80 e '90, il paese soffrì di instabilità politica, che impedì la risoluzione dei problemi economici nonostante gli aiuti esterni.
Le Comore hanno continuato a sperimentare instabilità politica negli ultimi decenni, con frequenti colpi di stato e cambi di governo. Questa instabilità ha ostacolato lo sviluppo economico e sociale, mantenendo il paese tra i più poveri del mondo.
Nonostante le difficoltà, le Comore hanno compiuto alcuni progressi nel migliorare le condizioni di vita della popolazione. Il turismo, l'agricoltura e la pesca rimangono settori chiave dell'economia, ma il paese deve affrontare sfide significative per migliorare infrastrutture, servizi sanitari ed educativi.
Le Comore mantengono relazioni strette con la Francia e altri paesi donatori, che forniscono assistenza economica e tecnica. Tuttavia, il paese deve trovare un equilibrio tra la dipendenza dagli aiuti esterni e lo sviluppo di un'economia autosufficiente.