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In tempi antichissimi, tutta l'Africa australe era abitata da una popolazione paleonegride, che raggiunse uno sviluppo culturale notevole. Le pitture rupestri, ancora visibili in molte parti di questa regione, testimoniano questo avanzato livello culturale. Questi antichi abitanti, che oggi conosciamo come boscimani o bushmen, furono i primi a popolare il territorio che ora chiamiamo Botswana.
Con l'arrivo dei Bantu dalle savane dello Zambesi, la popolazione paleonegride fu costretta a rifugiarsi nelle zone più aride ai margini del deserto del Kalahari. Qui, i boscimani sopravvissero nelle steppe cespugliose, adattandosi a uno stile di vita nomade e basato sulla caccia e la raccolta. Tuttavia, nel XIX secolo, anche i Boeri provenienti dall'Africa del Sud iniziarono a esercitare pressioni su queste popolazioni, spesso con esiti devastanti.
Il gruppo Bantu che spinse i boscimani verso il deserto fu quello dei Bechuana, noti oggi come Tswana. Questo gruppo etnico è diventato predominante nel territorio che ora costituisce il Botswana. I Bechuana organizzarono vari regni e svilupparono strutture sociali complesse.
Nel 1820, il missionario-esploratore scozzese Robert Moffat visitò i Bechuana. Moffat non solo portò la religione cristiana, ma anche nuove idee sociali e organizzative che avrebbero lasciato un segno duraturo. Suo genero, David Livingstone, esplorò la regione del Kalahari durante il suo primo viaggio in Africa. Livingstone, preoccupato per i soprusi dei Boeri, chiese la protezione della regina Vittoria per il territorio dei Bechuana.
Nel 1885, Londra assunse il protettorato del Bechuanaland, come venne chiamata la regione. Questo protettorato fu formalizzato per proteggere le popolazioni locali dagli abusi dei coloni europei e per evitare l'annessione alla crescente Unione Sudafricana. Nel 1895, la parte meridionale del Bechuanaland fu incorporata nella Colonia del Capo, mentre il resto del territorio fu gestito dalla British South Africa Company di Cecil Rhodes.
Nonostante la mancanza di una forte coscienza nazionale, due eventi significativi contribuirono a risvegliare l'orgoglio dei Bechuana. Nel 1933, un giovane bianco fu processato e condannato dalla corte del reggente della tribù più importante per aver percosso un indigeno. Nel 1948, Seretse Khama, figlio di un importante capo tribù, sposò una ragazza inglese. Questo matrimonio misto, proibito in Sudafrica, provocò una crisi diplomatica. Il governo britannico vietò a Khama di ritornare nel Bechuanaland fino a quando non rinunciò ai suoi diritti ereditari.
Nel 1962, Khama fondò il Bechuanaland Democratic Party (BDP), che vinse le elezioni preparatorie all'indipendenza nel 1965. Nel settembre del 1966, il paese ottenne la piena indipendenza e cambiò il nome in Botswana, "paese dei Tswana".
Il primo problema del nuovo stato indipendente fu scegliere una capitale. Gaborone, una piccola cittadina vicino alla frontiera con il Sudafrica, fu scelta per la sua posizione strategica e potenziale di crescita. Da allora, Gaborone è cresciuta significativamente, diventando il cuore politico ed economico del Botswana.
Dopo l'indipendenza, il Botswana dovette navigare una complessa rete di relazioni internazionali, in particolare con il vicino Sudafrica e la Rhodesia. La dichiarazione unilaterale d'indipendenza della Rhodesia e la vicinanza della Caprivi Strip, un'area strategica contesa, posero sfide significative per il Botswana. Tuttavia, la creazione dello Zimbabwe indipendente nel 1980 alleggerì la pressione geopolitica sulla nazione.
Negli anni '80 e '90, il Botswana godette di una notevole stabilità politica e di una crescita economica impressionante. Questo periodo di prosperità fu caratterizzato da una gestione prudente delle risorse naturali, in particolare i diamanti, che divennero la spina dorsale dell'economia nazionale. Grazie a una governance efficace e a una politica di non allineamento, il Botswana riuscì a mantenere buone relazioni con molte nazioni, assicurando investimenti e sviluppo continuo.
La scoperta di vasti giacimenti di diamanti trasformò l'economia del Botswana. La Debswana, una joint venture tra il governo del Botswana e la De Beers, fu creata per sfruttare queste risorse. I profitti generati dai diamanti furono investiti in infrastrutture, sanità, istruzione e sviluppo sociale, portando a un miglioramento significativo della qualità della vita.
Tuttavia, il governo del Botswana riconobbe la necessità di diversificare l'economia per evitare la dipendenza eccessiva dai diamanti. Settori come il turismo, l'agricoltura e i servizi finanziari furono sviluppati per creare un'economia più sostenibile e resiliente.
Nonostante i successi economici, il Botswana affrontò anche sfide significative, tra cui l'epidemia di HIV/AIDS. Con uno dei tassi di infezione più alti al mondo, il governo dovette implementare programmi ambiziosi per la prevenzione e il trattamento della malattia. Grazie a un approccio proattivo, il Botswana riuscì a ridurre il tasso di infezione e a migliorare la vita di molti cittadini affetti dal virus.
Un'altra sfida cruciale è la sostenibilità ambientale. Il Botswana, con le sue vaste risorse naturali e biodiversità, ha adottato politiche per la conservazione dell'ambiente e la promozione del turismo sostenibile. La protezione delle riserve naturali e dei parchi nazionali è diventata una priorità per garantire che le future generazioni possano beneficiare delle ricchezze naturali del paese.
La storia del Botswana è un racconto di resilienza, adattamento e successo. Dalle antiche origini della popolazione paleonegride alle sfide moderne dell'indipendenza e dello sviluppo, il Botswana ha saputo navigare attraverso periodi tumultuosi con determinazione e visione. Oggi, il Botswana è riconosciuto come uno dei paesi più stabili dell'Africa, un modello di buona governance e sviluppo sostenibile.