You are using an outdated browser. For a faster, safer browsing experience, upgrade for free today.

Loading...

Storia delle Hawaii


La storia delle Hawaii è un viaggio affascinante che parte dalle antiche migrazioni polinesiane, passa per il regno unificato di Kamehameha, l’arrivo degli europei e dei missionari, fino al colpo di stato del 1893, all’annessione agli Stati Uniti e alla nascita del 50° stato nel 1959. Un percorso fatto di esplorazioni, conquiste, resistenze e profonde trasformazioni culturali.

In sintesi – Storia delle Hawaii

La storia delle Hawaii inizia con l’arrivo dei Polinesiani, provenienti dall’area delle Isole Marchesi e di Tahiti, che tra il primo e il secondo millennio d.C. svilupparono una società complessa basata sul sistema kapu, su capi locali (aliʻi) e su una religione legata ai templi heiau. Nel XVIII secolo l’arrivo di James Cook aprì la stagione dei contatti con l’Occidente e, dopo anni di guerre, Kamehameha I unificò le isole nel 1810 creando il Regno delle Hawaii. L’Ottocento fu segnato da costituzioni, missionari, piantagioni e dalla crescente influenza americana, fino al colpo di stato del 1893 e alla successiva annessione agli Stati Uniti nel 1898. L’attacco a Pearl Harbor nel 1941 e l’ammissione come 50° stato nel 1959 completarono il passaggio da regno indipendente a stato federato.

Origini e prime civiltà polinesiane

Le isole Hawaii, un arcipelago situato nel cuore dell’Oceano Pacifico, furono popolate da navigatori polinesiani che raggiunsero le isole dopo lunghi viaggi in canoa guidandosi con stelle, correnti e venti. Gli studiosi ritengono che i primi insediamenti stabili risalgano al primo millennio d.C., con ondate migratorie provenienti principalmente dall’area delle Isole Marchesi e, in seguito, da Tahiti. I primi abitanti portarono sistemi agricoli adattati all’ambiente isolano, coltivando taro, ignami, banane e cocco, e sviluppando complessi sistemi di irrigazione e gestione delle risorse.

L’arrivo dei tahitiani e la società tradizionale

Nel corso dei secoli successivi, nuove migrazioni dall’area tahitiana contribuirono a modellare la società hawaiana tradizionale. Si consolidò una struttura gerarchica guidata dagli aliʻi (capi), sostenuti dai sacerdoti (kahuna) e da un vasto sistema di regole sacre e sociali noto come kapu. Il kapu regolava ogni aspetto della vita quotidiana: dall’uso delle terre alla pesca, fino ai rapporti tra uomini e donne e all’accesso ai luoghi sacri. Questo sistema garantiva equilibrio tra risorse, potere politico e sfera religiosa, ma era anche estremamente rigido e prevedeva pene severissime per chi lo violava.

I primi contatti europei e l’arrivo di James Cook

Sebbene esistano ipotesi di contatti sporadici con navigatori spagnoli nel Pacifico, il primo contatto europeo documentato con le Hawaii avvenne nel 1778, quando il capitano britannico James Cook giunse a Kauai durante una delle sue spedizioni. Cook chiamò l’arcipelago “Sandwich Islands” e fu inizialmente accolto con curiosità e rispetto. Tuttavia, tensioni crescenti con gli indigeni portarono, nel 1779, alla sua morte a Kealakekua Bay. La presenza di Cook segnò l’inizio di un’intensa fase di contatti con europei e americani, con conseguenze profonde su economia, società e salute della popolazione locale, duramente colpita da malattie sconosciute.

Il regno di Kamehameha e l’unificazione delle isole

Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, il capo Kamehameha, noto poi come Kamehameha I, intraprese una lunga serie di campagne militari e alleanze strategiche per consolidare il proprio potere. Grazie anche all’uso di armi da fuoco e cannoni ottenuti dai commercianti occidentali, riuscì a sconfiggere i regni rivali di Maui, Oahu e altre isole. Nel 1810, con la pacifica sottomissione di Kauai e Niihau, Kamehameha completò la unificazione delle Hawaii in un unico regno, ponendo le basi del Regno delle Hawaii, riconosciuto come entità politica autonoma sullo scenario internazionale.



La fine del sistema kapu e l’arrivo dei missionari

Alla morte di Kamehameha I, nel 1819 il potere passò al figlio Kamehameha II (Liholiho) e alla potente reggente Kaʻahumanu. Nello stesso anno, attraverso un gesto pubblico altamente simbolico, venne abolito il sistema kapu, ponendo fine alla religione tradizionale e all’autorità dei sacerdoti. I templi heiau furono in gran parte distrutti o abbandonati, aprendo un periodo di grandi cambiamenti spirituali e sociali. Nel 1820 arrivarono i primi missionari protestanti dagli Stati Uniti, che introdussero il cristianesimo, svilupparono una forma scritta della lingua hawaiana e promossero scuole, chiese e nuove leggi ispirate ai modelli occidentali.

Innovazioni e cambiamenti sotto Kamehameha III

Con l’ascesa al trono di Kamehameha III (Kauikeaouli) nel 1825, il Regno delle Hawaii intraprese un percorso di profonda riforma politica e istituzionale. Negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento furono emanate dichiarazioni di diritti, leggi scritte e, nel 1840, la prima costituzione che trasformò gradualmente il regno da monarchia assoluta a monarchia costituzionale. Vennero istituite scuole pubbliche, avviata una stampa locale e regolamentata la proprietà della terra con il Great Māhele, che però in pratica favorì spesso l’acquisto di vaste aree da parte di stranieri. Nel 1843, Regno Unito e Francia riconobbero ufficialmente l’indipendenza del Regno delle Hawaii, mentre gli Stati Uniti avevano già espresso un analogo riconoscimento diplomatico.

Piantagioni, immigrazione e cambiamenti sociali

A partire dalla metà dell’Ottocento, l’economia hawaiana si orientò sempre più verso le piantagioni di zucchero, favorite da accordi commerciali con gli Stati Uniti. Per lavorare nei campi furono reclutati migliaia di lavoratori dall’Asia (soprattutto Cina, Giappone e Filippine) e dall’Europa (in particolare Portogallo), creando un mosaico etnico che ancora oggi caratterizza la società hawaiana. Se da un lato le piantagioni portarono ricchezza a pochi proprietari, dall’altro accelerarono la perdita di terre da parte degli hawaiani nativi e resero l’economia sempre più dipendente dal mercato statunitense.

L’era di Kalākaua e le sfide alla sovranità hawaiana

Il re David Kalākaua, salito al trono nel 1874, tentò di rafforzare la monarchia e di rivitalizzare le tradizioni hawaiane, patrocinando musica, danza e cerimonie antiche. Il suo regno però si svolse in un contesto di crescente pressione da parte degli interessi economici statunitensi legati allo zucchero. Il Trattato di reciprocità del 1875 legò fortemente l’economia delle Hawaii agli Stati Uniti e nel 1887, a seguito di pressioni e minacce da parte di uomini d’affari e milizie private, Kalākaua fu costretto a firmare la cosiddetta “Bayonet Constitution”, che limitò in modo drastico i poteri della monarchia e aprì la strada a un controllo politico sempre più nelle mani dei proprietari bianchi. In questo periodo, la coltivazione della canna da zucchero si espanse enormemente, mentre l’ananas divenne importante soprattutto nel passaggio tra XIX e XX secolo.

Il rovesciamento di Liliʻuokalani e la Repubblica delle Hawaii

Alla morte di Kalākaua, nel 1891 salì al trono la sorella regina Liliʻuokalani, decisa a restaurare l’autorità della corona e a proteggere gli interessi degli hawaiani nativi. I suoi tentativi di varare una nuova costituzione incontrarono però l’opposizione dei grandi proprietari e degli uomini d’affari americani. Nel 1893, un gruppo di questi, con il supporto delle truppe statunitensi sbarcate a Honolulu, orchestrò un colpo di stato che portò alla deposizione della regina. Nel 1894 venne proclamata la Repubblica delle Hawaii, con Sanford B. Dole come presidente, segnando la fine formale del Regno delle Hawaii.

Dalla repubblica all’annessione agli Stati Uniti

Dopo il colpo di stato, i leader della nuova Repubblica spinsero per l’annessione agli Stati Uniti, vista come garanzia di stabilità economica e militare. Dopo alcuni tentativi falliti, nel 1898 gli Stati Uniti annetterono ufficialmente le Hawaii tramite la Newlands Resolution. Nel 1900, con l’Organic Act, le isole divennero il Territorio delle Hawaii, governato da un governatore nominato da Washington e con un margine di autonomia limitato rispetto a quello del precedente regno.

Le Hawaii durante e dopo la Seconda guerra mondiale

Il 7 dicembre 1941 le Hawaii furono teatro dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, sull’isola di Oahu, evento che spinse gli Stati Uniti a entrare ufficialmente nella Seconda guerra mondiale. Da quel momento, l’arcipelago assunse un ruolo strategico centrale nel Pacifico, ospitando basi navali e aeree cruciali per le operazioni belliche e, successivamente, per la presenza militare americana nella regione. Nel dopoguerra, la crescita del turismo e degli investimenti infrastrutturali trasformò profondamente l’economia e l’aspetto urbano delle isole.

Verso la statalità: le Hawaii come 50° stato

Dopo anni di dibattiti politici e pressioni interne, nel 1959 i cittadini delle Hawaii votarono a larga maggioranza a favore dell’ingresso nell’Unione. Il 21 agosto 1959 le Hawaii furono ufficialmente ammesse come 50° stato degli Stati Uniti. Questo passaggio rappresentò la conclusione di un lungo percorso iniziato con le prime migrazioni polinesiane e proseguito attraverso regni, trattati internazionali, colpi di stato, annessioni e guerre. Oggi le Hawaii sono un crocevia di culture, dove la memoria della sovranità perduta e i movimenti per la riappropriazione dell’identità nativa continuano a convivere con la realtà di uno stato americano fortemente turistico e globalizzato.

Conclusione

La storia delle Hawaii è una narrazione di esplorazione, conquista, resistenza e trasformazione. Dalle prime imbarcazioni polinesiane alle moderne sfide del turismo di massa e della globalizzazione, le isole hanno attraversato fasi di autonomia e di dominio esterno, senza perdere la propria specificità culturale. Comprendere questa storia significa riflettere sulle dinamiche di potere, cultura e identità in uno dei luoghi più affascinanti e complessi del Pacifico.

Date fondamentali della storia delle Hawaii

  • ca. IV–VII secolo d.C. – Prime migrazioni polinesiane alle Hawaii.
  • ca. IX–X secolo d.C. – Nuove ondate da Tahiti e consolidamento della società tradizionale.
  • 1778 – James Cook è il primo europeo documentato a raggiungere le Hawaii.
  • 1810 – Kamehameha I unifica le isole nel Regno delle Hawaii.
  • 1819 – Abolizione del sistema kapu e fine della religione tradizionale.
  • 1820 – Arrivo dei primi missionari cristiani dagli Stati Uniti.
  • 1840 – Prima costituzione del Regno delle Hawaii.
  • 1843 – Regno Unito e Francia riconoscono l’indipendenza del Regno delle Hawaii.
  • 1875 – Trattato di reciprocità con gli Stati Uniti, crescita del settore zuccheriero.
  • 1887 – “Bayonet Constitution” e concessione di diritti su Pearl Harbor agli USA.
  • 1893 – Colpo di stato e deposizione della regina Liliʻuokalani.
  • 1898 – Annessione delle Hawaii agli Stati Uniti.
  • 1900 – Nascita del Territorio delle Hawaii.
  • 7 dicembre 1941 – Attacco giapponese a Pearl Harbor.
  • 1959 – Le Hawaii diventano il 50° stato degli Stati Uniti.
Pubblicità