Articoli Timor est
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Timor Est, un piccolo Stato nel sud-est asiatico, ha una storia travagliata che riflette secoli di colonizzazione, resistenza e la lotta per l'indipendenza. Collocata nella parte orientale dell'isola di Timor, la regione ha vissuto un lungo periodo di dominazione straniera, dalle potenze coloniali europee all'occupazione indonesiana, fino a ottenere finalmente l'indipendenza nel 2002.
I portoghesi sbarcarono per la prima volta sulle coste di Timor Est intorno al 1515, cercando di espandere il loro impero commerciale nell'Asia sudorientale. La loro presenza non si limitava solo al commercio di spezie, ma includeva anche l'evangelizzazione, con missionari cristiani che iniziarono a convertire la popolazione locale al cattolicesimo. La competizione con altre potenze coloniali europee non si fece attendere: a metà del XVII secolo, gli olandesi tentarono di sottrarre il controllo dell'isola ai portoghesi.
L'accordo tra Portogallo e Paesi Bassi del 1859 pose fine temporaneamente alle tensioni, dividendo l'isola di Timor in due parti. Il Portogallo mantenne il controllo sulla parte orientale, mentre l'Olanda si assicurò quella occidentale, che oggi fa parte dell'Indonesia. Da quel momento, Timor Est rimase una colonia portoghese per oltre quattro secoli, diventando una delle ultime colonie europee in Asia a ottenere l'indipendenza.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la situazione a Timor Est cambiò drasticamente. Nel 1942, il Giappone occupò l'isola, rovesciando temporaneamente l'autorità coloniale portoghese. Sebbene il Portogallo fosse neutrale nel conflitto, Timor Est divenne un campo di battaglia strategico, con gli alleati australiani e olandesi che tentarono di fermare l'avanzata giapponese. Durante questo periodo, la popolazione locale subì gravi sofferenze, con molti civili coinvolti nei combattimenti e numerosi villaggi distrutti.
Alla fine della guerra, nel 1945, i giapponesi si ritirarono, e Timor Est tornò sotto il controllo portoghese. Tuttavia, l'occupazione giapponese lasciò un segno profondo nella popolazione, che iniziò a sviluppare una crescente consapevolezza nazionale e un desiderio di autodeterminazione.
Nel 1974, la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo pose fine alla dittatura nel paese e aprì la strada al processo di decolonizzazione delle sue colonie, inclusa Timor Est. Nel 1975, quando il governo portoghese si ritirò dall'isola, Timor Est dichiarò unilateralmente la propria indipendenza. Tuttavia, la situazione interna era instabile, con fazioni politiche locali che si contendevano il potere.
Questa instabilità venne sfruttata dall'Indonesia, che temeva che l'indipendenza di Timor Est potesse ispirare movimenti separatisti in altre regioni. Nel dicembre 1975, l'Indonesia invase il paese, annettendolo formalmente nel 1976 come la sua 27ª provincia. La reazione internazionale fu inizialmente debole, anche se le Nazioni Unite non riconobbero mai l'annessione.
L'occupazione indonesiana fu caratterizzata da una brutale repressione dei movimenti di resistenza, in particolare il Fronte Rivoluzionario per un Timor Est Indipendente (FRETILIN), che guidò la lotta armata contro l'esercito indonesiano. La popolazione civile soffrì pesantemente, con stime che indicano la morte di circa 200.000 persone tra il 1976 e il 1999, a causa di conflitti armati, carestie e malattie.
Nonostante la repressione indonesiana, il desiderio di indipendenza rimase vivo tra la popolazione timorese. La svolta arrivò alla fine degli anni '90, quando la pressione internazionale e il cambiamento politico in Indonesia portarono alla decisione di indire un referendum sull'indipendenza. Il 30 agosto 1999, la popolazione di Timor Est votò con un margine schiacciante (78,5%) a favore dell'indipendenza dall'Indonesia.
La reazione delle milizie filo-indonesiane fu violenta: bande paramilitari, con il sostegno dell'esercito indonesiano, scatenarono una campagna di terrore, distruggendo infrastrutture e provocando migliaia di vittime. Di fronte a questa crisi umanitaria, le Nazioni Unite intervennero con una forza di pace internazionale che riuscì a ripristinare l'ordine e a porre fine alle violenze.
Dopo il referendum, Timor Est passò sotto l'amministrazione temporanea delle Nazioni Unite, che guidarono il paese nel processo di ricostruzione e di formazione delle nuove istituzioni democratiche. Il 30 agosto 2001, il 93% della popolazione si recò alle urne per eleggere il primo parlamento costituente. Il FRETILIN, il movimento che aveva guidato la lotta per l'indipendenza, ottenne una schiacciante maggioranza.
Finalmente, il 20 maggio 2002, Timor Est dichiarò ufficialmente la sua indipendenza, diventando il primo nuovo stato sovrano del XXI secolo. La nascita di Timor Est come nazione indipendente segnava la fine di quasi cinque secoli di colonizzazione portoghese, 25 anni di occupazione indonesiana e tre anni di transizione sotto il controllo delle Nazioni Unite.
Nonostante l'indipendenza, Timor Est ha dovuto affrontare numerose sfide nel corso degli anni successivi. Il paese, uno dei più poveri al mondo, ha dovuto fare i conti con la ricostruzione di infrastrutture devastate, l'instabilità politica e la dipendenza dagli aiuti internazionali. Tuttavia, grazie alle ricchezze petrolifere e del gas al largo delle sue coste, Timor Est ha cercato di sviluppare la propria economia e ridurre la povertà.