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L'India e uno stato dell'Asia meridionale, e confina con: Bangladesh, Bhutan, Cina, Myanmar, Nepal, Pakistan. Le sue coste sono bagnate dall'oceano Indiano. L'India può essere divisa in tre principali regioni geografiche: il sistema montuoso himalayano a nord; le pianure settentrionali dell'indo, del Gange e del Brahmaputra, nel centro-nord; e la penisola del Deccan a sud. Dell’Himalaya, rientrano in territorio indiano solo alcuni settori: in particolare il settore occidentale, compreso tra il Nepal e il Pakistan settentrionale. La regione è topograficamente complessa ed è divisa in grandi valli allungate e catene di montagne. I monti più alti si trovano nel massiccio del Karakoram, dove oltre trenta vette superano i 7300 m. A sud del Karakoram si trova il Grande Himalaya, una catena con vaste zone al di sopra dei 5500 m; stretta fra questi due sistemi è l'angusta alta valle dell'indo. A sud-ovest del Grande Himalaya e fra questo e le più basse catene frontali del sistema, si trova la valle del Kashmir, lunga 160 km e situata sull'alto corso del fiume Jhelum. A est, le montagne occupano la maggior parte del Sikkim e dell'Arunachal Pradesh. La massima elevazione del territorio indiano è la cima del Kanchenjunga (8.597 m), sul confine tra Nepal e lo stato indiano del Sikkim. Le pianure settentrionali fanno parte di un vasto bassopiano che si estende attraverso il subcontinente dal Pakistan a ovest fino al Bangladesh a est. Il bassopiano presenta una morfologia assai varia, caratterizzata da terrazzamenti e depressioni, mentre verso nord-ovest esso si rialza in corrispondenza dello spartiacque con l’indo, che a sua volta è modellato sulle aride distese del deserto di Thar. A sud-est, si trova la pianura dell’Assam che si interpone tra la sezione più orientale dell’Himalaya e le catene della Birmania. L'India peninsulare (Deccan) è inclinata verso nord ed est, e ospita una serie di catene montuose lungo l'orlo occidentale. Questi rilievi, che arrivano a superare i 2500 m, comprendono i monti Ghati Occidentali e i monti del Nilgiri. L'orlo settentrionale della penisola, è anch'esso a rilievo e si innalza a sud delle pianure settentrionali a formare i monti Aravalli e l'altipiano del Chota Nagpur. Fra i Ghati Occidentali e il Mare Arabico si trova una stretta pianura costiera, mentre lungo la costa orientale si estendono pianure più ampie, fra cui quelle dei delta dei fiumi Cauveri, Krishna, Mahanadi e Damodar. Le coste della penisola sono in genere basse e sabbiose con ampie fasce alluvionali e, sul golfo del Bengala, movimentate da numerosi delta.
I principali fiumi dell'India sono il Gange, l'Indo e il Brahmaputra. L'Indo e il Brahmaputra delimitano con le loro gole, rispettivamente a ovest e a est; la catena dell'Himalaya. L'Indo da cui ha preso nome la regione indiana, politicamente appartiene oggi all'India solo per un breve tratto del corso superiore, i suoi principali affluenti, il Sutlej e il Beas, si trovano in parte in India. II Gange, nasce sul versante settentrionale dell'alto Himalaya nel massiccio dei Badrinath Peaks (pochi chilometri fuori del territorio indiano), lungo 2.700 km (di cui 200 nel Bangladesh) e con un bacino di 455.000 km2;. Il suo delta è gigantesco comincia a km 480 dal mare e ha una superfìcie di kmq 44 000. Esso è formato anche dai rami del Brahmaputra, quest’ultimo appartiene al territorio indiano solo un tratto intermedio compreso tra il confine cinese e quello con il Bangladesh. I più importanti affluenti del Gange sono lo Yamuna, il Gogra, il Gandak, e il Kosi. Gli altri grandi fiumi si trovano nel Deccan: il Narbada (km 1300) si getta nel Mar Arabico; gli altri sono i corsi d'acqua che, scendendo dai Ghati, attraversano da ovest ad est l'intera penisola e formano vasti delta che avanzano sul Golfo del Bengala: essi sono il Godavari (km 1500) e il Krishna (km 1300). infine il Penner (560 km) e il Kaveri (765 km), che drenano l’altopiano di Mysore. Fra i laghi più importanti vi sono il Chilka, il Kolleru, il Pulicat, il Lonar, il Pushkar e il Wular. Il Rann of Kutch è una palude salmastra che si trova nel nord-ovest dell'india e nel sud del Pakistan, sulla costa del Mare Arabico.
Il deserto del Thar, nell'india nord-occidentale ha un clima semiarido, ma la maggior parte del paese ha clima monsonico. Il monsone è il grande regolatore del clima e della vita dell'India. Di conseguenza, per almeno un semestre, da maggio a novembre, il territorio è sotto la diretta influenza degli umidi venti che da sud-ovest, che dall’oceano Indiano, investono la penisola provocando cospicue precipitazioni. Le precipitazioni variano da quasi zero nel deserto del Thar a 10.800 mm annui sull'altipiano dello Shillong, che è uno dei luoghi più umidi del mondo. La pioggia è di solito più abbondante nelle zone costiere e alle maggiori altitudini, mentre va diminuendo nell'interno. Nel semestre che va da novembre a maggio, invece, il monsone di terra porta aria asciutta e quindi una notevole scarsità di piogge (meno di 25 mm in gennaio su tutto il territorio).
Le estati (da metà giugno a metà settembre) sono calde e umide, con temperature fra i 27 e i 32 °C. L'inverno invece è asciutto e fresco, con una temperatura media di 21 °C. Prima e dopo le piogge estive si hanno poi due stagioni di transizione: una stagione premonsonica asciutta e calda, che dura dalla metà di marzo alla metà di giugno, con temperature fra 38 e 43 °C e una postmonsonica, coincidente col ritiro dei monsoni, che si ha da metà settembre a metà dicembre, con piogge lievi e sporadiche e temperature intorno ai 25 °C. Nell'Himalaya prevalgono temperature più fresche che vanno diminuendo con l'altitudine.
L'India è un paese dalle diverse zone climatiche, che si riflettono nella varietà di ecosistemi vegetali presenti. La flora indiana varia dalle foreste tropicali umide del sud alle steppe aride del Rajasthan, fino alle foreste montane delle catene dell'Himalaya.
Nelle zone con abbondanti precipitazioni, come i Ghati Occidentali e la regione dell'Assam, le foreste ombrofile prosperano grazie alla pioggia costante e al clima umido. Queste foreste sono ricche di specie vegetali, tra cui alberi imponenti e un sottobosco denso. Qui troviamo alberi come il bambù, il tek e la Shorea robusta, una pianta molto diffusa nelle regioni tropicali dell'India.
La foresta tropicale è un ecosistema fondamentale per la biodiversità e gioca un ruolo cruciale nel mantenimento degli equilibri climatici, grazie alla sua capacità di immagazzinare grandi quantità di carbonio. Le foreste ombrofile del sud dell'India ospitano una vasta gamma di specie vegetali, molte delle quali endemiche, il che significa che non si trovano in nessun'altra parte del mondo.
Spostandosi verso le regioni più secche, come il Rajasthan e il Gujarat, la fitta foresta lascia spazio alle savana. Questi ecosistemi sono dominati da acacie e altre piante spinose, adattate per sopravvivere in condizioni di scarsa pioggia. La vegetazione è meno densa, ma comunque resistente. Queste aree sono fondamentali per numerose specie animali che si sono adattate a vivere in ambienti aridi e semi-aridi.
La catena dell'Himalaya, la più alta del mondo, presenta un altro tipo di ecosistema vegetale che varia con l'altitudine. Nella parte occidentale, le basse altitudini sono caratterizzate da foreste decidue temperate, che, man mano che si sale, lasciano spazio a foreste di conifere, tra cui pini e abeti. A quote più elevate, si trova la vegetazione alpina, con piante basse e cespugli resistenti al freddo intenso e alle forti nevicate.
L'Himalaya orientale, invece, presenta un manto boschivo più esteso e ricco di foreste decidue che supportano una varietà di flora e fauna.
L'India è famosa per la sua straordinaria fauna, che comprende circa 500 specie di mammiferi e più di 2000 specie di uccelli. La biodiversità faunistica dell'India è tra le più ricche al mondo, con molte specie iconiche.
Tra i mammiferi più noti dell'India troviamo l'elefante indiano, che abita principalmente nelle foreste umide del sud e del nord-est del paese. Questi imponenti animali, venerati in molte culture locali, sono una parte essenziale dell'ecosistema, aiutando a mantenere l'equilibrio delle foreste in cui vivono.
Un'altra specie famosa è la tigre del Bengala, il grande predatore simbolo dell'India, che si trova principalmente nelle foreste di Sundarbans e in altre riserve naturali sparse nel paese. La tigre è uno dei carnivori più minacciati al mondo, ma l'India ha avviato numerosi programmi di conservazione per proteggerla, come il Progetto Tigre.
Nelle regioni più umide, è possibile trovare anche il rinoceronte indiano, un animale a rischio di estinzione che vive nelle paludi e nelle foreste di pianura, in particolare nello stato dell'Assam. Il bisonte indiano (o gaur), il più grande bovino selvatico del mondo, è un altro esempio di specie affascinante che popola le foreste umide e le praterie.
Nelle altitudini dell'Himalaya vive una fauna particolarmente interessante, come il markhor himalayano, una capra di montagna dalle spettacolari corna arricciate. Questo animale è estremamente adattato alla vita nelle regioni fredde e rocciose dell'Himalaya, dove sopravvive in condizioni climatiche difficili.
Nella regione del Gir Forest, nello stato del Gujarat, si trova l'unico leone asiatico rimasto al mondo. Questa specie, distinta dal leone africano per la sua taglia più piccola e la criniera meno sviluppata, è protetta all'interno del Parco Nazionale di Gir, un'area che è stata appositamente creata per garantire la conservazione di questa popolazione a rischio.
L'India è un paradiso per gli appassionati di birdwatching, con oltre 2000 specie di uccelli. Gli uccelli variano dalle specie acquatiche, come il fenicottero rosa, agli uccelli rapaci, come l'aquila del deserto, che si trovano nelle regioni semi-aride. Tra gli uccelli più spettacolari ci sono il pavone indiano, l'uccello nazionale dell'India, noto per il suo piumaggio vibrante e i suoi elaborati rituali di corteggiamento.
Nonostante l'intensa urbanizzazione e lo sviluppo economico, l'India ha fatto passi importanti per proteggere la sua flora e fauna. Con numerosi parchi nazionali e riserve naturali, l'India è in prima linea nella conservazione della biodiversità. Il Progetto Tigre, avviato nel 1973, è uno degli sforzi più significativi per la conservazione delle tigri, e ha contribuito a stabilizzare le popolazioni di tigri in molte parti del paese.
Allo stesso modo, la protezione delle foreste pluviali e degli habitat montani è fondamentale per garantire la sopravvivenza delle specie vegetali e animali minacciate dall'espansione urbana e dalla deforestazione.