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La Tunisia è un paese dell'Africa del nord, e confina con: Libia ed Algeria, le sue coste si affacciano sul mar Mediterraneo. Il grande lago salato Chott el-Djerid segna il confine tra la regione montagnosa del Nord e il resto del territorio, tutto più o meno pianeggiante e poco accidentato. I rilievi, che si presentano relativamente modesti di aspetto, fanno parte del sistema dell’Atlante, e si articolano in un fascio di catene orientate da sudovest a nordest. Il Tell tunisino, delimitato a sud, risulta dal riavvicinamento delle due zone strutturali che in Algeria sono separate: le catene del Rif-Tell e le catene dell’Atlante. Ormai riunite, entrambe perdono in altitudine e a nordest cedono il posto a una serie di pianure litoranee.
A nord le catene costiere della Crumiria e del Mogod, che costituiscono l’estremità della zona Rif-Tell, si snodano dal confine algerino a Biserta. Rocciose e poco accessibili, si alzano direttamente sul mare da una parte e dall’altra dominano la valle della Megerda, che separa le catene costiere dall’Alto Tell, che appartiene alla regione dell’Atlante. A causa dell’erosione la zona si presenta intagliata da valli, dove si insinuano depressioni longitudinali e corridoi trasversali. A sud la Dorsale Tunisina si estende da sudovest a nordest fino a giungere a dominare con le sue cime la piana di Tunisi. In essa il rilievo si fa relativamente elevato, fino a raggiungere il massimo di altezza nel Gebel Chambi, che con i suoi 1.544 m è la cima più elevata del paese. A sud della Dorsale, il centro della Tunisia è occupato da una vasta regione steppica, che si abbassa dalla frontiera algerina verso il Mediterraneo per gradini successivi dove predominano però le forme tabulari.
La catena di Gafsa, composta da una serie di cupole che si susseguono in fila alte poche centinaia di metri, segna il passaggio dalla zona steppica al deserto. A sud si apre la profonda depressione dei laghi salati. La regione degli chott (Fedjadj, Gharsa, Djerid) è situata su larghe pieghe appartenenti ancora alla regione dell’Atlante. Il centro del bacino, il Nefzaoua, rappresenta una delle zone più aride della Tunisia. Le oasi che si trovano attorno agli chott (Tozeur, Nefta, Kebili) sono alimentate da acque profonde che riaffiorano alla superficie, permettendo così il formarsi di isole di verde. A sud del Chott el-Djerid, il più grande dei laghi salati, non si incontrano che immense distese orizzontali, la piattaforma sahariana. Il vasto e monotono piano, che si eleva dolcemente verso est a formare il cosiddetto Dahar (dosso), è leggermente segnato dalle vallate degli uidian, raramente soggetti a piene eccezionali, che vanno a perdersi nelle sabbie del Grande Erg Orientale e nella piana della regione di Nefzaoua. La costa settentrionale, dal confine algerino al Capo Bianco, è in prevalenza rocciosa. È bordata da strette pianure litoranee, che segnano la posizione di antichi golfi; si presenta quindi con un aspetto molto frastagliato, a causa dei corrugamenti della Dorsale Tunisina che si prolunga in una serie di promontori, da Capo Bianco a Capo Bon, creando, da Biserta a Tunisi, dei ripari preziosi per i navigatori. Le insenature basse e dunose, chiuse tra promontori rocciosi, conservano traccia di un abbassamento avvenuto in epoca storica, che appare ancora più evidente lungo la costa orientale orlata di lagune. Qui il continente si prolunga sotto il mare, in una vasta piattaforma da cui si elevano grandi isole come le Kerkenna e Gerba.
L'unico corso d'acqua perenne della Tunisia è la Medjerda, che scorre nel nord. Due grandi laghi salini intermittenti occupano una vasta depressione a sud delle steppe. Il più grande di questi, lo Shatt al Jarid è compreso fra il confine algerino e l'entroterra di Gabès ed è situato a 16 m sotto il livello del mare.
La Tunisia è un paese dalle molteplici sfaccettature climatiche, situato tra zone temperate e aride. Il clima, definito mediterraneo e semiarido, è particolarmente variabile. Al Nord, la mediterraneità prevale con estati calde e secche e inverni umidi, mentre procedendo verso il Sud l’influenza del Sahara si fa sempre più tangibile. Le precipitazioni sono poche, non più di 79 giorni all'anno a Tunisi, e sono concentrate in piogge violente soprattutto in novembre e nel periodo tra gennaio e febbraio. Le temperature sono maggiormente influenzate dalle correnti marittime piuttosto che dalla latitudine, con escursioni termiche attorno ai 15 °C l'anno nelle stazioni costiere, che tuttavia possono raggiungere i 40 °C d'estate, quando soffia il ghibli, il vento caldo e secco originario del Sahara. Procedendo verso l'interno si nota una netta transizione verso un clima più continentale, con estati lunghe e torride e temperature che possono toccare i 50 °C all'ombra a sud di Gafsa.
Quasi dovunque, pur nella varietà dei suoi aspetti, la flora è caratterizzata dall’adattamento alla siccità, annuale o semplicemente estiva. Gli alberi hanno foglie piccole per diminuire il processo di evaporazione (come la quercia da sughero e l’olivastro), oppure aghiformi (come il pino d’Aleppo). Nella steppa le piante diradano e i loro sistemi radicali si sviluppano, infittendosi nelle piante erbacee come l’alfa e lo sparto, allungandosi in quelle cespugliose come le artemisie; nel Sahara, le radici del drinn penetrano per parecchi metri nella sabbia, mentre le foglie sono filiformi. La vegetazione naturale sottolinea la diversità dei paesaggi. Il Tell è ancora nettamente mediterraneo, con qualche foresta densa e continua; ma in genere il bosco si presenta con alberi distanziati tra loro e tutti di dimensioni piuttosto modeste. A nord della Medjerda le due essenze più diffuse sono la quercia da sughero, associata in estese foreste con fitto sottobosco, e la quercia zaen. Sull’Atlante tunisino, specialmente nel versante settentrionale più piovoso, prospera la quercia comune insieme al pino d’Aleppo. Verso nord-est, alla quercia e al pino d’Aleppo subentra la tuia di Barberia, un albero piuttosto basso. Ancora più resistente alla siccità è il ginepro, che segna il passaggio all’ambiente della steppa. In quest’ultimo, dove le precipitazioni non raggiungono i 300 mm ma superano i 150, il suolo è coperto per vaste estensioni dall’alfa e dallo sparto, o da piccoli cespugli di artemisie.