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Mogadiscio, con i suoi 2.2 milioni di abitanti, si erge come fulcro culturale e storico nel centro sud della Somalia. La città, è caratterizzata da una suddivisione in quartieri distinti, ciascuno con la propria identità. Amaruini, il quartiere somalo, svetta su un'altura rocciosa, offrendo una vista panoramica della città e dell'oceano circostante. Le strade strette e gli edifici tradizionali riflettono l'autenticità della cultura somala. Scingani, il quartiere arabo, si estende lungo la costa. Gli influssi arabi sono evidenti nell'architettura.
La capitale della Somalia, Mogadiscio, è una città intrisa di una storia millenaria che si snoda attraverso commerci, cambiamenti di potere e periodi di conflitto. Fondata nel X secolo da un gruppo di mercanti arabi e persiani, la sua storia è un affascinante viaggio attraverso i secoli. Mogadiscio emerse come uno dei primi insediamenti arabi sulla costa orientale africana nel XIII secolo, grazie al suo dominio portuale. La città prosperò grazie ai traffici marittimi, diventando un importante centro commerciale e culturale.
Tuttavia, nel XVI secolo, la ricchezza di Mogadiscio iniziò a diminuire, segnando l'inizio di un periodo di cambiamenti. Con l'aumento della popolazione somala, la città si divise nelle zone araba e somala, una divisione che persiste in parte ancora oggi. Nel XVII secolo, Mogadiscio passò all'imam dell'Oman, per poi giungere per eredità al sultano di Zanzibar. Nel 1889, la città fu affittata allo Stato italiano e nel 1905 divenne il capoluogo della colonia somala. Nel 1960, con l'indipendenza della Somalia, Mogadiscio è diventata la sua capitale.
Gli anni '80 portarono con sé una difficile situazione economica e la brutalità del regime dittatoriale di Mohamed S. Barre, scatenando rivolte e insurrezioni. Nel 1991, la Somalia cadde in una guerra civile tra diverse fazioni, con l'USC (Congresso Unito della Somalia) come una delle principali. La situazione divenne così critica che nell'intervenire nel 1992, l'ONU costituì l'ONUSOM per riportare stabilità.
Durante il periodo tra il 1992 e il 1995, Mogadiscio fu praticamente abbandonata a causa del conflitto. Le truppe dell'ONU lasciarono il paese nel 1995, e nel caos emergente, Mohammed Farah Aidid divenne presidente nel
1996, ma morì l'anno successivo. La guerra civile persistette fino al 2000, quando iniziarono i negoziati di pace ad Arta, Gibuti. Nel agosto dello stesso anno, si istituì un nuovo governo con l'elezione dell'assemblea nazionale di transizione, aprendo la strada a una nuova era per Mogadiscio.
Oggi, Mogadiscio sta lentamente emergendo dalla lunga ombra della guerra civile. La città sta cercando di riaffermare la sua identità culturale e il suo patrimonio attraverso iniziative di restauro e promozione del turismo. I siti storici come la Cattedrale Cattolica e la Moschea di Fakr ad-Din stanno diventando fari di rinascita e riconnessione con il passato.
Sulla costa di Mogadiscio, si erge silenzioso il Faro, una svettante sentinella che ha visto scorrere la storia della città. Costruito nel 1912 dagli italiani, probabilmente su una costruzione preesistente, il faro rappresenta un esempio di ingegneria e architettura coloniale. La sua struttura ottagonale, un tempo svettante per 40 metri, dominava il panorama costiero, guidando le navi in sicurezza verso il porto. Il faro di Mogadiscio è più di una semplice struttura. È un simbolo della storia della città, un testimone silenzioso delle sue epoche di splendore e di declino. Le sue mura, seppur segnate dal tempo e dalle guerre, raccontano storie di naviganti coraggiosi, di mercanti e di esploratori che solcavano l'oceano Indiano. Purtroppo, il faro non è immune dalle ferite del passato. Negli anni di guerra civile, la sua struttura ha subito gravi danni. Una parte del faro è crollata, lasciando solo un moncone a ricordare la sua magnificenza passata.
Nel cuore di Mogadiscio, sorge maestosa la Moschea della Solidarietà islamica, un capolavoro di architettura moderna che testimonia la fede e la cultura del popolo somalo. Le sue bianche cupole e i minareti si stagliano contro il cielo, offrendo un punto di riferimento iconico per la città e un luogo di culto di immensa importanza per la comunità musulmana. Inaugurata nel 1987, la moschea rappresenta una sintesi armoniosa di stile arabo e moderno. Le sue linee semplici e l'eleganza delle sue forme la rendono un edificio di rara bellezza. La facciata principale è impreziosita da un portico con arcate a sesto acuto, mentre l'interno è caratterizzato da un'ampia sala di preghiera con un soffitto decorato con motivi geometrici.
Almnara Tower: Un'antico faro, la Almnara Tower offre uno spaccato sulla storia di Mogadiscio. Dalle sue mura si respira l'atmosfera di un tempo passato e si gode di una vista suggestiva del porto.
La Cattedrale di Mogadiscio, un tempo sorgeva maestosa come simbolo di fede e di bellezza nella capitale somala. Edificata nel 1928 in stile romanico, era la chiesa più importante di Mogadiscio e un punto di riferimento per la comunità cattolica locale. La cattedrale era un esempio di architettura coloniale italiana. La sua facciata austera era impreziosita da un rosone centrale e da due campanili. L'interno era sobrio e suggestivo, con tre navate separate da pilastri e un'abside decorata con mosaici. Purtroppo, la cattedrale è stata danneggiata durante la guerra. Le sue mura sono state crivellate di proiettili, il tetto è crollato e l'interno è stato depredato. Oggi, la cattedrale si trova in stato di abbandono, un fantasma silenzioso che testimonia la brutalità del conflitto.
Nel cuore di Mogadiscio, sorge il Museo Nazionale della Somalia, una fenice risorta dalle ceneri della guerra civile. Fondato nel 1933 dalle autorità coloniali italiane, il museo custodisce la ricca storia e cultura del paese. Dopo la sua chiusura forzata nel 1991, il museo è stato miracolosamente ricostruito e riaperto al pubblico nel settembre 2019, quasi 30 anni dopo la sua distruzione.
Le principali risorse economiche provengono dal porto artificiale, difeso da una diga edificata nel 1935, e dall'industria, attiva in particolare nei settori cotoniero, alimentare e della lavorazione della pelle.
La tutta l'area urbana di Mogadiscio è da considerare assolutamente pericolosa, come tutto il territorio della Somalia.
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